Stefano Valdegamberi contesta le mega-batterie di Nogarole Rocca e gli invasi a Brentino Belluno. Secondo il consigliere regionale veronese la politica energetica green sta andando in cortocircuito. “L’energia da fonti rinnovabili – ricorda- non è continuativa. Quindi occorrono sistemi per accumularla quando è in eccesso per ridistribuirla quando c’è bisogno e non viene prodotta. È il caso dell’eolico e del fotovoltaico”.

Valdegamberi. No ai frutti avvelenati della politica Green

Il Ministero dell’Ambiente ha per questo approvato diversi progetti di accumulo in mega batterie come quello di Nogarole Rocca e 2 bacini idrici in Val d’Adige a Brentino Belluno, per pompare l’acqua in quota (usando energia sic!) per poi farla ricadere a valle da dove si era pompata prima per ricavare meno energia di quella usata prima. 

“Idiozia – esclama Valdegamberi- ma è per salvare il pianeta!” 

E ricorda che questi progetti di interesse statale frutto delle pazzie green europee non necessitano di pareri né comunali, né regionale. Ma intanto noi le paghiamo in bolletta.  I

“Inutile parlare del costo ambientale e dell’impatto ecologico ed economico delle batterie di accumulo o del consumo del suolo agricolo.  Per questi progetti super green i vincoli ambientali e le tutele spariscono d’incanto di fronte all’interesse superiore dell’ambiente. Gli ambientalisti e i loro comitati stanno zitti, inginocchiati ad inseguire il mantra del global warming (le cui cause sono tutte da dimostrare). Oggi il 55% dell’energia elettrica è prodotta dal gas metano che paghiamo più caro sempre per scelte geopolitiche Italiane ed Europee”.

Valdegamberi. No ai frutti avvelenati della politica Green

Valdegamberi fornisce anche dei dati oggettivi. L’energia da metano è la meno impattante tra tutti gli altri idrocarburi:

CO₂ per kWh: circa 820-1050 g/kWh

CO₂ per kWh: circa 700-900 g/kWh

CO₂ per kWh: circa 400-500 g/kWh

“Basterebbe usare impianti a ciclo combinato che usano sia turbina a gas che turbina a vapore,  recuperando il calore che altrimenti andrebbe sprecato, per ridurre a 350 g CO₂/kWh oppure, attraverso la Cogenerazione la  produzione simultanea di elettricità e calore (usato per riscaldamento, industria, ecc.) per ridurre ulteriormente le emissioni a  250–300 g CO₂/kWh.

Il Gas naturale è quindi la fonte fossile meno impattante in termini di emissioni CO₂ per unità di energia prodotta e i margini di miglioramento in termini di emissioni ci sono tutti”.  

Valdegamberi mette anche in evidenza il paradosso dell’Unione (Ideologica) Europea dell’abbandono del gas dalle condotte e del ricorso al GNL, più caro e più inquinante per diversi motivi.

“Il processo di liquefazione richiede molta energia, con un aumento delle emissioni di CO₂.

Valdegamberi. No ai frutti avvelenati della politica Green

Il trasporto via nave ha un alto consumo energetico e emissioni aggiuntive.

Le perdite di metano durante la liquefazione e il trasporto via nave sono più elevate, con un impatto potenzialmente maggiore sul riscaldamento globale.

In sintesi, il metano via metanodotto è generalmente più efficiente, molto meno caro e meno impattante rispetto al GNL che comporta emissioni del 25-30% percento in più di CO2. Questi sono i paradossi della politica Green. L’importante, però, è mettere gli accumulatori a Nogarole Rocca o fare gli invasi (uno a valle e uno a monte) pompando l’acqua in quota dall’Adige a Brentino Belluno in Valdadige! L’ipocrisia ambientalista è andata in cortocircuito e gli italiani pagano gli errori in bolletta mentre la politica locale alza le mani impotente di fronte al motto ‘Salviamo il Pianeta’”.