Abusivismo edilizio, è arrivata l’ora di passare al piano D. D come dinamite
(di Giorgio Massignan) Oltre all’eccesso di cementificazione del suolo, prevista dagli strumenti urbanistici redatti dalle Pubbliche Amministrazioni, l’Italia, in particolare il meridione, è ulteriormente danneggiata dall’edilizia abusiva, spesso realizzata in zone ad alto rischio. Al nord su 100 abitazioni, circa 4 sono abusive, al centro-nord circa 8, al centro circa 25 e nel meridione circa 45. Come si può evincere, al sud la situazione è gravissima.
Le responsabilità sono di coloro che costruiscono senza alcuna autorizzazione, ma soprattutto della classe politico-amministrativa, che non ha controllato la regolarità del patrimonio edilizio del territorio che gestisce; dei vari governi che, per motivi poco nobili, hanno legiferato i condoni edilizi e non hanno mai approvato una buona legge sul regime dei suoli.
Sono trascorsi molti decenni dall’inizio della cementificazione del cosiddetto Bel Paese, ma il meccanismo che definisce la pianificazione urbanistica è rimasto sempre lo stesso: potere politico x potere economico = destinazione d’uso del territorio. Nonostante siano sufficienti pochi giorni di pioggia per provocare alluvioni, frane, devastazioni e vittime, di realmente efficace non si è mai fatto nulla. Si è sempre condomato e pochissime volte demolito.
Le lamentele, i pianti e i buoni propositi, mai realizzati, non servono a nulla; il vecchio proverbio “passata la festa gabbato lo santo” è sempre attuale. Così come è solo dannoso credere di risolvere il problema con qualche prebenda pubblica. Da tempo mi chiedo perché l’Italia non si impegna a finanziare e/o chiedere finanziamenti europei per realizzare gli interventi idonei a mettere in sicurezza il proprio territorio. Sarebbe anche un’ottima opportunità per creare posti di lavoro. La situazione attuale non permette altri ritardi.È arrivato il momento di bonificare il territorio abbattendo l’edilizia abusiva; obbligando i Comuni al consumo zero di suolo e alla elaborazione dei piani urbanistici senza pressioni e interessi clientelari, economici ed elettorali.
6 Dicembre 2022
Editoriali & commenti
Abusivismo edilizio, è arrivata l’ora di passare al piano D. D come dinamite
(di Giorgio Massignan) Oltre all’eccesso di cementificazione del suolo, prevista dagli strumenti urbanistici redatti dalle Pubbliche Amministrazioni, l’Italia, in particolare il meridione, è ulteriormente danneggiata dall’edilizia abusiva, spesso realizzata in zone ad alto rischio. Al nord su 100 abitazioni, circa 4 sono abusive, al centro-nord circa 8, al centro circa 25 e nel meridione circa 45. Come si può evincere, al sud la situazione è gravissima.
Le responsabilità sono di coloro che costruiscono senza alcuna autorizzazione, ma soprattutto della classe politico-amministrativa, che non ha controllato la regolarità del patrimonio edilizio del territorio che gestisce; dei vari governi che, per motivi poco nobili, hanno legiferato i condoni edilizi e non hanno mai approvato una buona legge sul regime dei suoli.
Sono trascorsi molti decenni dall’inizio della cementificazione del cosiddetto Bel Paese, ma il meccanismo che definisce la pianificazione urbanistica è rimasto sempre lo stesso: potere politico x potere economico = destinazione d’uso del territorio. Nonostante siano sufficienti pochi giorni di pioggia per provocare alluvioni, frane, devastazioni e vittime, di realmente efficace non si è mai fatto nulla. Si è sempre condomato e pochissime volte demolito.
Le lamentele, i pianti e i buoni propositi, mai realizzati, non servono a nulla; il vecchio proverbio “passata la festa gabbato lo santo” è sempre attuale. Così come è solo dannoso credere di risolvere il problema con qualche prebenda pubblica. Da tempo mi chiedo perché l’Italia non si impegna a finanziare e/o chiedere finanziamenti europei per realizzare gli interventi idonei a mettere in sicurezza il proprio territorio. Sarebbe anche un’ottima opportunità per creare posti di lavoro. La situazione attuale non permette altri ritardi. È arrivato il momento di bonificare il territorio abbattendo l’edilizia abusiva; obbligando i Comuni al consumo zero di suolo e alla elaborazione dei piani urbanistici senza pressioni e interessi clientelari, economici ed elettorali.