Addio al cipresso di Goethe

Il nubifragio che domenica 23 agosto si è abbattuto sulla città di Verona, ha colpito anche il Giardino Giusti e il patrimonio che vi è custodito con una violenza che non ha precedenti. La zona del giardino più danneggiata risulta essere quella più bassa, dove i bossi disegnano le geometrie del giardino all’italiana. Le forti raffiche di vento e la lunga grandinata hanno provocato la caduta di molti cipressi ed il crollo di parte del muro che confina con via San Zeno in Monte. Anche alcune statue che ornano la parte bassa del giardino sono rimaste coinvolte dai crolli e danneggiate.

Tra i molti cipressi abbattuti, anche il cosiddetto “Cipresso di Goethe”, un esemplare secolare divenuto vero e proprio simbolo del giardino, che per più di 500 anni ha accolto i visitatori al loro ingresso.

Il cipresso è diventato celebre grazie alle parole di Goethe nel suo “Viaggio in Italia”. Dopo aver visitato Verona e il Giardino nel 1786, lo racconta così: Quei rami li avevo presi nel Giardino Giusti, che è situato in posizione magnifica ed è ricco d’altissimi cipressi, ritti nel cielo come altrettante lesine, i tassi tagliati a punta tipici del giardinaggio nordico sono probabilmente imitazioni di questo splendido figlio della natura. Un albero che dal basso fino alla vetta protende verso il cielo tutti i suoi rami, i più vecchi come i più giovani, e che vive i suoi buoni trecent’anni, è davvero venerabile. Data l’epoca in cui fu piantato il giardino, quei cipressi debbono aver raggiunto una così tarda età.”

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