Aeroporto, il 31 termina il patto. E tutti tacciono sul suo rinnovo. Ecco quattro ipotesi su questo silenzio

(di Michele Bertucco) Il 31 gennaio 2021 scadono i patti parasociali (più volte prorogati) sottoscritti dai soci pubblici (Comune di Verona, Provincia di Verona, Provincia di Trento e Camera di Commercio di Verona) con il socio privato SAVE.

La Provincia di Verona nella delibera di razionalizzazione delle società partecipate scrive che. ” … I soci pubblici veronesi e trentini – consapevoli delle difficoltà economiche che la società sta attraversando a causa dei prolungati periodi di inattività o di attività ridotta conseguenti alla richiamata pandemia da Covid 19 – si stanno confrontando per ricercare con il socio privato che gestisce gli scali di Verona e Brescia, le migliori strategie per concretizzare gli investimenti già approvati e pronti ad essere realizzati (Progetto Romeo), in un contesto orientato ad obiettivi di crescita, anche commerciale, di recupero dei volumi di traffico persi con la pandemia e, in generale, con un forte impulso allo sviluppo di quanto di interesse del territorio veronese e trentino …”.

Sempre dall’analisi del documento emerge che le ipotesi sulle quali stanno lavorando i soci pubblici sono le seguenti:

un possibile aumento di capitale di Catullo Spa non riservato ai soci, con sovrapprezzo, che preveda impegni formali da parte del soggetto che da subito, o per effetto di operazioni successive entro due anni dalla operazione, acquisisse la maggioranza assoluta, alla riscrittura di alcune clausole statutarie di garanzia per i soci pubblici (organi di amministrazione, piano industriale e azioni di policy e sviluppo del traffico);

la possibilità, da parte di Aerogest (o dei suoi ex soci una volta eventualmente sciolto il veicolo holding), di porre in vendita sul mercato una parte delle azioni detenute, sempre prevedendo l’impegno da parte del soggetto che da subito, o per effetto di operazioni successive entro due anni dalla operazione, acquisisse la maggioranza assoluta, alla riscrittura di alcune clausole statutarie di garanzia per i soci pubblici (organi di amministrazione, piano industriale e azioni di policy e sviluppo del traffico);

la possibilità di ampliare la compagine societaria di Aerogest con l’ingresso di altri soci pubblici di Aeroporto Catullo, nel rispetto del vincolo statutario che prevede (articolo 10) che le quote “potranno essere detenute solo da soggetti qualificati come Amministrazioni pubbliche come descritte all’art. 1, c. 2 del T.U pubblico impiego (D. Lgs. 30 marzo 2001 n. 165 e successive modificazioni, fatta eccezione per quanto previsto nel successivo art. 10-bis VI” che regola il diritto di prelazione in caso di cessione di quote Aerogest prevedendo che quelle eventualmente rimaste inoptate nonostante l’esperimento della procedura prevista dallo Statuto (per la gestione della cessione) dovranno essere offerte in prelazione secondo identici termini e modalità ai soci della società Catullo Spa;

la possibilità di porre comunque in liquidazione la Società Aerogest, ridivenendo soci diretti della società Aeroporto Catullo, previa formalizzazione di accordo tra essi di contenuto sostanzialmente analogo a quello precedentemente concretizzato tramite l’esistenza di Aerogest Srl con possibilità di intervento diretto rispetto ai fabbisogni finanziari della società per la realizzazione degli investimenti.

Fatto sta che a 15 giorni dalla scadenza dei patti parasociali il futuro dell’aeroporto di Verona rimane nell’incertezza più assoluta. Anzi gli unici interventi nei giorni scorsi sulll’aeroporto sono della Lega che con l’europarlamentare Borchia e l’assessore Zavarise attacca SAVE, ma gli smemorati dimenticano che nella società la maggioranza è in mano ai soci pubblici e i tre enti pubblici sono tutti a guida centro destra e in 2 casi i Presidenti della Provincia di Verona e di Trento sono leghisti. I patti parasociali contro i quali si scagliano Borchia e Zavarise sono stati prorogati più e più volte dall’attuale sindaco Sboarina che i due dovrebbero conoscere bene e il partner industriale (SAVE) che vista la debolezza degli enti pubblici riuniti nella società Aerogest srl è il vero padre padrone dell’aeroporto Catullo è stato scelto con una procedura che è stata avvallata dalla Lega (sindaco Tosi ancora leghista) e che noi abbiamo sempre considerato fuorilegge.

Save era stata fatta entrare dalla porta di servizio attraverso l’acquisizione delle quote del Comune di Villafranca al fine di ripulire un po’ i conti dai debiti accumulati dagli stessi soci pubblici e Save ha sempre avuto come primo pensiero lo sviluppo dell’aeroporto di Venezia. Altro che sistema del Nord-Est… Per affrontare il tema del futuro dell’Aeroporto di Verona e rompere il silenzio degli enti pubblici, ho chiesto la convocazione della competente commissione consiliare.

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