Agsm Aim, la sfida sui dividendi riapre il confronto fra Verona e Vicenza. Vivian: tenete fuori la politica!

Il momento per Agsm Aim continua a non essere dei più semplici. Pochi giorni fa il comunicato coi risultati di bilancio; ieri il documento dei tre consiglieri del socio di minoranza, il Comune di Vicenza, che contestano la ripartizione dei dividendi e, soprattutto, la mancata condivisione delle scelte. Una scelta – secondo i tre – legata più al momento politico (domenica si voto il ballottaggio a Vicenza e il centrosinistra appare in vantaggio). Questo il documento integrale inviato ieri in serata alla stampa da Gianfranco Vivian, Anna Massaro e Fabio Sebastiano

“Nel corso del Consiglio di Amministrazione del 7 dicembre 2022, il consigliere delegato, Stefano Quaglino rappresentava che le previsioni a finire stimavano in euro 7,4 milioni il risultato 2022 della Corporate (ovvero “indicativamente, ad Euro 11,8 mln con e ulteriore apporto al risultato potrà essere fornito dalla distribuzione di Riserve da parte di AGSM AIM Smart Solutions Srl”).

Su quel risultato si dichiarava d’accordo sulla distribuzione di un dividendo sino a € 32 milioni. Su richiesta della maggioranza dei consiglieri (e con l’astensione del consigliere Vanzo ed il voto contrario del consigliere Quaglino) veniva approvata la comunicazione ai soci (inviata il 16.12.2022) di una distribuzione di dividendi per ulteriori potenziali 6 milioni, e quindi sino a 38 milioni e, più precisamente veniva comunicato che “l’importo massimo di dividendi eventualmente distribuibili nell’anno 2023 è pari a 32 milioni. Il Consiglio di Amministrazione ritiene di comunicare la potenziale distribuzione attingendo alle riserve di un ulteriore importo di euro 6 milioni, con la precisazione che la distribuzione potrà avvenire in coerenza con i covenant bancari”.

Con una successiva comunicazione del 12 maggio 2023, il consigliere delegato Stefano Quaglino, senza aver condiviso alcunché con il CdA e senza alcuna delibera del consiglio, ha comunicato ai Soci Comune di Verona e Comune di Vicenza che “In realtà, con la nota del 16.12.2022, inviata ai Soci Comune di Verona e Comune di Vicenza, la scrivente Società ha comunicato che “a seguito delle richieste che avete inviato, il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 7 dicembre 2022, all’esito delle verifiche svolte sulle previsioni di chiusura dell’esercizio 2022 e degli approfondimenti sugli aspetti finanziari, unanimemente concorda che l’importo massimo di dividendi eventualmente distribuibili nell’anno 2023 è pari a euro 32 milioni”.

Dal bilancio 2022 emerge che il risultato, di euro 14.242.469, è stato significativamente superiore, così come nel bilancio consolidato, alle attese rappresentate di dicembre, con soddisfazione di tutti; anche la situazione finanziaria è sensibilmente migliorata.

Nel corso del Consiglio di Amministrazione del 22 maggio 2023 in sede di approvazione della bozza di bilancio 2022, è stato ricordato che la società può liberamente distribuire le riserve (di utile e al limite di capitale, fatto eccezione alcune minori) con il solo vincolo, non normato, del rispetto dell’equilibrio finanziario.

E’ stato altresì rappresentato nel CdA del 22 maggio scorso che il documento di bilancio presenta i seguenti numeri :

– totale Patrimonio Netto € 579.148.149, con riserve per € 456.178.914 ed utili a nuovo per € 23.340.000;

– totale Patrimonio Netto di Gruppo è € 674.158 mila ed il Risultato d’esercizio consolidato € 46.452 mila (in altri termini il gruppo ha un utile che è più di tre volte l’utile della Società);

– che la situazione finanziaria è significativamente migliorata rispetto a dicembre, come riportato dalla relazione dell’ultimo Consiglio.

In sintesi nel corso dell’ultimo CdA è emerso che l’utile, le riserve, la situazione finanziaria ed il risultato consolidato evidenziano la capacità da parte della società di distribuire un dividendo ben superiore a quanto fosse ipotizzabile il 7 dicembre u.s.. sempre in coerenza con i covenants bancari e che in ogni caso non spetta al CdA stabilire quale sia il dividendo per i soci essendo questa una decisione che devono prendere i soci in assemblea di approvazione del bilancio.

In data 25 maggio 2023 il Presidente del CdA, prof. Federico Testa, ha comunicato ai Soci i dati di chiusura dell’esercizio 2022 ed ha anche – in modo del tutto arbitrario e contrariamente a quanto deciso nella seduta del CdA del 22 maggio in cui si era deciso che tale comunicazione venisse condivisa con il Vice-presidente dott. Vivian – comunicato che “Chiuso l’esercizio, a nome del Consiglio  di Amministrazione confermiamo quanto comunicato con la suddetta nota del 7 dicembre 2022 ovvero che l’importo di dividendi distribuibili nell’anno 2023, attingendo anche alle riserve di utili dell’anno 2021, è pari a euro 32 milioni. Informiamo, inoltre, sempre a nome del Consiglio di Amministrazione, che l’importo di dividendi è incrementabile di ulteriori euro 1.117 mila, per un importo complessivo pari a euro 33.117.000. Quanto alla potenziale distribuzione – attingendo alle riserve – di un ulteriore importo evidenziamo che non è, allo stato, possibile considerati i convenants finanziari attuali, per l’eventuale cambiamento dei quali è necessario richiedere agli istituti bancari esplicita autorizzazione in deroga rispetto a quanto attualmente previsto”.

Va precisato che, in verità, il CdA del 22 maggio si è limitato ad approvare la bozza di bilancio ed a rimettere all’assemblea la destinazione del risultato e la possibile distribuzione delle riserve e nel corso della seduta consiliare è stato rappresentato, discusso e confermato dai dati migliorativi presenti nel progetto di bilancio, che gli utili potenzialmente distribuibili possono rimanere quelli deliberati a dicembre scorso come richiesto dai soci, ai quali ad ogni modo spetta la decisione, sempre in coerenza con i covenants bancari esistenti.

In conclusione, appare evidente la scelta del Presidente del CdA e del consigliere delegato di non condividere il principio di collegialità su cui si è definita la fusione tra i due soci, la città di Vicenza e quella di Verona, principio fondante che, se violato, impone ai rappresentanti del socio Comune di Vicenza di agire a tutela dei cittadini, veri proprietari di AGSM-AIM e non, come sembra, considerato il particolare momento storico, una contesa politica che dovrebbe stare fuori da queste stanze”.

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