Al Teatro Sociale di Villa Bartolomea è stato presentato al pubblico il libro intitolato “Villa Bartolomea. Tracce di un passato lontano, dal Neolitico all’Età Romana” scritto a quattro mani dalla professoressa Lauretta Passuello e da Maria Grazia Bertassello

(Di Stefano Cucco) L’evento è stato organizzato dal Comune e dalla Pro loco, con la collaborazione di vari partner come la Fondazione Fioroni, il Centro ambientale archeologico di Legnago e la Fondazione “Ercole Donella”. E’ stata l’occasione per scoprire fatti legati al territorio in cui si vive risalenti ad un’epoca remota. La serata è stata presentata da Federico Melotto, direttore della Fondazione Fioroni. Il compito di introdurre l’opera, invece, è spettato alla curatrice archeologa del Centro ambientale archeologico, Valentina Donadel. A rendere più suggestivo il tutto ha contribuito un filmato sui principali siti archeologici della zona, la cui regia è stata curata da Luca Barolo. Oltre alle due autrici sul palco sono saliti per degli interventi anche il sindaco di Villa Bartolomea, Andrea Tuzza, la vicesindaco e assessore alla Cultura, Francesco Rigo, il presidente della Fondazione Fioroni, Luigi Tin, e la presidente del Consorzio Pro loco del Basso veronese, Teresa Meggiolaro. Risalgono all’età del bronzo i primi insediamenti umani rinvenuti nel territorio comunale di Villabartolomea. Nel 1968 in località Franzine Nuove venne portata alla luce una vasta necropoli dell’Età del bronzo (XIII – XII a.C.); un ritrovamento di grande importanza tra i meglio conservati dell’epoca con centinaia di tombe allineate e suddivise in distinti livelli. Il rito funebre con cui venivano sepolti i defunti, rileva una tecnica mista e cioè ad inumazione e a cremazione. Interessante pure il villaggio arginato portato alla luce in località Fabbrica dei Soci mentre è recente la scoperta di un nuovo sito archeologico in località Lovara a Spinimbecco. E’ probabile, pure, la presenza degli Etruschi, mentre resti di fortificazioni e di centri agricoli, mosaici e le tracce della strada consolare “Aemilia-Altinate” testimoniano una forte presenza romana. Dei secoli successivi, in epoche sia precedenti che posteriori alla diffusione del cristianesimo (II a.C. – V d.C.), numerosi furono i ritrovamenti di epoca romana sia di tipo militare che di tipo civile in “domus” situate nei pressi della via Altinate. Preziosi, al riguardo, i mosaici e i reperti rinvenuti in località Venezia Nuova, Franzine, Massaua ora conservati al museo Fioroni di Legnago. Fiorente pure la lavorazione di laterizi che portarono le relative fornaci ad altissimi livelli qualitativi tanto che alcune di esse, si permisero di marchiare i propri “pezzi”. L’esempio più concreto è la presenza di una fornace che operava nei pressi di Spinimbecco chiamata “Q.Orestis” e i cui lavori sono stati riportati alla luce di recente.

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