Amarone Dogc: Germania, Svizzera e Canada sono i principali mercati

Se l’estero rappresenta una componente fondamentale del mercato dell’Amarone, la mappatura di quello interno rivela una presenza importante di questo vino nel canale Horeca (25%) ed un ruolo altrettanto importante della vendita diretta in cantina che, sebbene sia pari a circa il 12% a livello medio di aziende, arriva a superare il 20% nel caso dei produttori più piccoli.
Quei produttori che faticano ad arrivare agli scaffali della GDO, canale di vendita presidiato dalle aziende di maggiori dimensioni (con oltre 10 milioni di fatturato).
Un dato positivo, emerso dall’Osservatorio dei Vini della Valpolicella curato da Wine Monitor di Nomisma e presentato nel corso del convegno inaugurale di Anteprima Amarone 2012, che, come dice Christian Marchesini, presidente del Consorzio, “conferma il ruolo di brand Ambassador del territorio nel mondo del Grande Rosso Veronese, ma soprattutto volano per lo sviluppo dell’economia locale e la sua valorizzazione turistica”.
“Secondo il 35% dei produttori, è la denominazione d’origine a rappresentare il principale fattore di successo dell’Amarone all’estero, prima ancora della notorietà del brand aziendale (lo pensa il 21%) e dell’origine italiana (15%)”, sottolinea Denis Pantini di Wine Monitor di Nomisma, “In effetti, quasi 1 produttore su 2 ritiene anche che la zona di produzione rappresenti il principale fattore strategico su cui puntare per valorizzare maggiormente l’Amarone all’estero.”
Per le aziende, i mercati di punta sui quali vale la pena investire nella promozione dell’Amarone (e quindi sui quali si intravvedono prospettive di crescita) figurano Stati Uniti, Cina, Russia e Canada. Aree queste, assieme al Nord Europa, dove si concentra il 60% dell’Amarone della Valpolicella che varca i confini del Bel Paese.
D’altronde, circa il 45% dei produttori ritiene che sui mercati esteri si riesca a spuntare un prezzo mediamente più alto a quello del mercato nazionale (1 produttore su 5 dichiara di ottenere prezzi più alti di oltre il 10%).
La percezione dei produttori trova conferma anche nelle statistiche. Stati Uniti, Cina e Canada figurano tra i primi mercati al mondo per valore di consumo di vini rossi oltre ad essere quelli che negli ultimi cinque anni hanno registrato le crescite più alte di tali valori, assieme proprio alla Russia. Non solo. Guardando alle prospettive di sviluppo per il prossimo quinquennio, sono gli stessi mercati ad evidenziare le crescite più alte.
Andando nel dettaglio del posizionamento e delle quote di mercato dell’Amarone all’estero, la Germania (18%), la Svizzera (14%) e il Canada (13%) si configurano come i principali paesi di destinazione.
A ruota seguono gli Stati Uniti (10%), la Scandinavia (principalmente con Danimarca e Svezia) e il Regno Unito .[//]
Proprio alla luce della rilevanza che questi mercati detengono, l’Osservatorio sui Vini della Valpolicella ha dedicato quest’anno un approfondimento sul consumatore canadese e sulle abitudini di comportamento che esprime nei confronti dell’Amarone. Dalla survey condotta da Wine Monitor di Nomisma su un campione di circa 1.200 responsabili di acquisto delle famiglie, è emerso un tasso di penetrazione dei vini rossi italiani pari al 44%, con i rossi della Valpolicella a quota 25% e, tra questi, l’Amarone con il 19%.
L’identikit del consumatore canadese interessato all’Amarone della Valpolicella lo descrive con un buon reddito familiare (oltre 75.000 dollari canadesi annui), con alto titolo di studio e che soprattutto e, per motivi diversi, ha viaggiato in Italia. Un elemento questo che conferma la strategicità della valorizzazione del territorio della Valpolicella – come anche segnalato dagli stessi produttori – nella comunicazione dei suoi vini attraverso alcuni tratti distintivi chiave quali: l’italianità, la capacità di abbinarsi con i cibi e il peculiare processo di produzione.
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