Anche il Tar del Lazio ha respinto il ricorso del Chievo. Adesso la favola è proprio finita

Il Tar del Lazio riunito da ieri per esaminare il ricorso presentato dal Chievo contro la decisione degli organi sportivi di escluderlo dai campionati professionistici ha emesso stamattina la sentenza: ricorso respinto. Ora ci sono dei tentativi residuali a livello della giustizia ordinari: come il ricorso al medesimo Tar in sessione collegiale o quello al Consiglio di Stato. Ma si tratta di azioni senza speranza. Ormai il destino del club è segnato: niente serie B. Ma neanche serie C o serie D. Il Chievo dovrebbe ricominciare tutto daccapo. E non è detto che Campedelli ne abbia intenzione dopo la batosta ricevuta. Immaginiamo che la società di via Galvani possa anche avere qualche ragione dalla sua parte. Ma è difficile pensare che tre livelli di giudizio sportivo ed uno della magistratura amministrativa possano aver torto. Com’è difficile credere ad una congiura ordita per cancellare il Chievo. Piuttosto è credibile che i responsabili amministrativi del società abbiano commesso dei gravi errori. Talmente gravi da trascinare l’intero club in un disastro le cui avvisaglie c’erano già tre anni fa. Qualcuno un esame di coscienza dovrà pur farselo. Non certo i giocatori, i tecnici e i sostenitori che prima o poi dovranno pur sapere chi sono i responsabili di questa debacle.

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