Ancora una volta è il Nord a tirarsi dietro tutto il paese. Anche se è stato il più colpito dalla pandemia. Lo confermano i dati Istat

“Nel 2021 la ripresa economica è stata più marcata nelle aree maggiormente colpite dalla crisi del 2020. A fronte di una media nazionale del +6,6%, il Prodotto interno lordo è cresciuto in volume del 7,4% nel Nord-ovest e del 7% nel Nord-est”. Questo emerge da un  report dell’Istat.
L’aumento del Pil è stato meno accentuato della media al Centro (+6%) e al Sud (+5,8%), nonostante in quest’ultima area si sia registrata la performance migliore per costruzioni (+25,9%) e agricoltura (+3,6%). Anche il recupero dell’occupazione è stato caratterizzato da una maggiore dinamicità del Mezzogiorno (+1,3%).

A giugno l’inflazione è salita all’8%, un livello che non si registrava dal 1986. L’indice dei prezzi al consumo registra un aumento mensile dell’1,2%. All’origine degli aumenti il costo dell’energia, aumentata quasi del 50% e in particolare dei carburanti, da, +32,9% al +39,9%).
Proibitivo viaggiare in aereo: i biglietti sono quasi raddoppiati (+90,4%). Rispetto al mese precedente l’incremento è del 23,8%. Ed è più costoso anche dormire in albergo, B&B o villaggio: +18,1% rispetto all’anno scorso.
Il carrello della spesa” è aumentato del +8,3%. Questi aumenti non si vedevano rispettivamente dal 1996. L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,4% per l’indice generale e a +2,9% per la componente di fondo. L’inflazione nell’Eurozona continua a macinare record: a giugno ha toccato l’8,6%, un livello mai registrato da quando è stata creata l’Unione economica e monetaria. Lo stima flash sull’andamento dei prezzi al consumo è stata resa nota oggi da Eurostat. La principale componente a incidere sulla crescita dell’inflazione media è stata l’energia, comparto nel quale l’aumento su base annua è stato a giugno del 41,9% rispetto al 39,1% di maggio. 

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