Apocalisse 4800 ci farà compagnia fino alla fine del mese. Caldo e siccità impongono di correre ai ripari per il futuro 

Si chiama Apocalisse 4800 l’anticiclone africano responsabile dell’eccezionale ondata di caldo che ha colpito l’Europa e l’Italia e che determinerà il ricordo dell’estate più calda. I meteorologi l’hanno chiamato così perché lo zero termico è arrivato sulla cima del Monte Bianco, la vetta più altra del continente, che misura 4810 metri d’altezza sul livello del mare. Che significa che da 4810 metri in giù il ghiaccio fonde. E quindi anche i ghiacciai che per tutta la pianura padana e la zona prealpina sono la riserva d’acqua.

L’anticiclone 4800 dovrebbe rimanere sull’Italia almeno fino alla fine di luglio. Le temperature previste raggiungono picchi di 38/40 gradi. Le come più calde quelle dell’interno, lontano dal mare che funziona da temperante. Quindi anche la Pianura Padana e Veneta.

Preoccupazioni sempre più grandi per la nostra agricoltura. A causa della siccità alcuni raccolti sono ormai compromessi, mentre altri vedranno ridotta di molto la resa finale. 

Il Po è la spina dorsale idrica del bacino padano ed ha una portata ormai ridotta di tre quarti. E’ stato deciso di farvi defluire una parte dell’acqua del Lago di Garda attraverso il Mincio, ma si tratta di un’operazione che non solo è irrilevante per riportare a livelli utili per l’agricoltura la portata del grande fiume, ma addirittura ha effetti negativi sull’economia del Garda.

Si sapeva che i cambiamenti climatici avrebbero avuto ripercussioni anche nel nostro paese, ma non in tempi così rapidi e in proporzioni così grandi. 

A questo punto, non sapendo se il caldo e la siccità attuali sono un fatto eccezionale oppure siano destinati a ripetersi sempre più spesso nell’ambito di una tropicalizzazione del clima, sarà bene correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Abbiamo un ministro della Transizione Ecologica che non si è ben capito a che cosa serva. arà bene che invece di pensare a grandi progetti per il futuro cominci a organizzare l’installazione di dissalatori per ricavare acqua potabile dal mare che, almeno quello, a noi non manca.

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