Arrestato al Catullo condannato a 23 anni per traffico di esseri umani

Si era presentato ieri il cittadino moldavo E. P. di 34 anni, residente in Italia a Pianiga (VE) in arrivo con il volo da Chisinau delle 15.20, ma a dargli il benvenuto stavolta non ha trovato i suoi cari, ma gli uomini della Polizia di Frontiera Aerea di Verona che lo stavano aspettando per arrestarlo. Sull’uomo pendeva un Ordine di carcerazione della Procura Generale della Repubblica di Venezia su un Mandato di arresto europeo emesso dalla Grecia.
Il moldavo è stato riconosciuto colpevole dei reati di trasporto illecito all’interno del territorio nazionale greco di cittadini extracomunitari, nonché, ricettazione di un autoveicolo di provenienza illecita, veicolo utilizzato per il trasporto dei cittadini irregolari ed entrati clandestinamente in Grecia. Per i reati commessi dovrà scontare 23 anni di reclusione.

“Un duro colpo oggi è stato inferto dagli uomini della Polaria di Verona al contrasto del triste fenomeno del “traffico degli essere umani”, un mercato criminale prevalentemente svolto da organizzazioni transnazionali per fini di lucro e consistente nell’illecito trasferimento di una o più persone dal territorio di uno Stato ad un altro, ovvero all’interno dello stesso Stato”, questo il commento del Dirigente della Polaria di Verona, il Vice Questore della Polizia di Stato Roberto Salvo.

E continua: “al trasferimento da uno Stato di origine ad uno di destinazione, possono poi seguire comportamenti finalizzati allo sfruttamento sessuale ed economico dei migranti, ottenuto attraverso l’utilizzo su di loro della violenza, del ricatto e dell’inganno. Vittime di questo mercato criminale sono diverse migliaia di migranti tra i quali, piuttosto elevato, è il numero delle donne e dei bambini, considerati da questi criminali semplice merce. I trafficanti di persone, non si limitano poi soltanto a garantire lo spostamento delle persone da uno Stato ad un altro, in quanto il loro rapporto con la persona trasportata si protrae anche nel paese di destinazione, finendo con il ridurle in una vera e propria condizione di schiavitù”. Il moldavo è stato accompagnato dalla Polaria nella carcere di Montorio.

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