Authority alimentare a Verona: l’indecenza della politica. «Zanotto, batti un colpo. Se puoi…»

In Italia è sempre stato così. Chi vince cerca di pigliarsi la sua bella fetta di torta. E se vince di poco ne prende ancora di più! Ebbene quello che sta succedendo al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nei confronti della città di Verona è proprio una di quelle “mangiate” inopportune che potrebbero sfociare nell’indigestione. [//] Alcuni anni fa, credo il 2002, al termine dell’inaugurazione del nuovo laboratorio sensoriale sui prodotti ortofrutticoli all’interno dello stabile della Fiera dove sono già presenti le strutture di controllo dell’Unione Italiana Vini, mi sono trovato a brindare all’evento con il presidente della Camera di Commercio Fabio Bortolazzi, il Presidente della Ente Fiera Luigi Castelletti e il suo vice Claudio Valente, il presidente dell’Unione Italiana Vini Gianni Zonin, l’Assessore Montagnoli del Comune di Verona, l’allora Assessore all’Agricoltura della Provincia Alberto Martelletto e alcuni sindaci della provincia. Era una giornata decisamente importante per Verona che vedeva partire una struttura innovativa e unica in tutto il panorama agroalimentare italiano. Ancora una volta la città scaligera pioniere in questo settore. Nell’occasione ricordo come durante questo incontro ristretto i vari rappresentanti istituzionali premessero affinché la città scaligera non perdesse l’opportunità di vedersi premiata con l’assegnazione dell’authority europea che vedeva la concorrenza anche di altre città come Parma e Roma. Inoltre si pensava che se anche si fosse persa l’occasione dell’Authority italiana sarebbe stata una grave perdita. Se Parma è stata designata per la prima soluzione oggi sembra spunti una nuova città che ad avviso dell’attuale Governo detiene la leadership nel campo delle economie di sviluppo agroalimentari. Provate a pensare ad un posto alternativo! Torino: ci potrebbe stare, centro strategico per l’enologia italiana e sede di importanti realtà agroalimentari, ad esempio Ferrero la “fiat” del cioccolato. Bologna, anche qui per storia, cultura e tradizione è capoluogo di una regione ad alta densità di produzione agroalimentare di qualità con realtà industriali anche qui rilevanti come Granarolo, Parmalat (!), Barilla ecc. Milano per un discorso di centralità economico finanziaria e Roma per un concetto di centralità politica amministrativa. Ma poi scendiamo troviamo Bari sede della più grande Fiera agricola del Mezzogiorno, la Fiera del Levante. Ebbene si potrebbero citarne molte altre ma ecco che arriva quella predestinata, la fortunata: Foggia. Sì avete letto bene, Foggia! Per quale motivo? L’unico che mi sovviene è quello di dare precedenza ad una realtà del sud come un segnale che lo stato lì c’è! Ma francamente è poco. Poi se scavo un po’ mi accorgo che il Ministro De Castro è anche pugliese e quindi comincio a pensar male ma non voglio farlo…so anche che la Puglia è governata a sinistra e di questi tempi aiuta molto…insomma che sia la ciliegina sulla torta di cui si parlava all’inizio? Sta di fatto che Verona sede di uno dei più attivi e dinamici distretti agroalimentari a livello europeo sta perdendo un altro treno molto importante. La cosa peggiore è che ci rimettono un po’ tutti non solo noi veronesi, o noi veneti. Ci rimette una nazione quando premette le scelte di spartizione geopolitica alla questione meritocratica funzionale. Insomma di De Castro non si può certo dire che è uno sprovveduto, è anzi forse uno degli esponenti di Palazzo Chigi più azzeccati. Ma qui deve fare un salto di qualità e andare oltre le tentazioni di campanile. Niente contro Foggia né contro la Puglia, nemmeno contro l’intero mezzogiorno. Ma qui a Verona si è costruito nei decenni un sistema agroalimentare che ha fatto della qualità e della ricerca una costante comune a tutte le imprese del settore. Dove sono collocate strutture ad alto potenziale qualitativo che operano nella filiera agroalimentare con un Ente Fiera che si sta sviluppando e sta esportando l’intero modello Italia nel mondo. Dove Verona Mercato sta salendo la china e sta offrendo risultati primari confrontandosi egregiamente con i più importanti siti europei di commercio agroalimentare. Dove già sono operativi il Distretto Vitivinicolo che comprende una delle zone a più alta densità d’impianto delle viti in Italia, il Distretto ortofrutticolo con una produttività tra le più alte a livello nazionale, il Distretto della carne con siti di allevamenti che per qualità e quantità si pongono ai vertici europei, il distretto lattiero-caseario, ecc… Ma Verona sta nel Veneto, in una Regione che non può definirsi out nella pretesa di un’agenzia quale quella dell’Authority nazionale. Il Veneto è la prima regione agricola italiana con 160.000 aziende. La prima per produzione ortofrutticola, per produzione di carni rosse (35% del fatturato nazionale), la prima per produzione di carni bianche (40% del fatturato nazionale), un PIL agricolo di 6 miliardi di euro pari al 10% del PIL italiano. Non basta? Se ne facessimo una questione di merito credo che non ci sarebbero motivi per non confermare la scelta su Verona già fatta da ben tre ministri del governo precedente. Ma purtroppo non possiamo transigere dalla politica. Un appello va fatto quindi ancora più pressante ai politici locali affini a questo governo. Non state in silenzio. Anche chi non vi ha votato vi sosterrà nelle vostre grida. Sì perché qui bisogna essere lungimiranti. Scegliere Verona significa premiare lo sviluppo, la qualità, migliaia di operatori che da anni stanno sostenendo con non pochi sforzi l’intera filiera agroalimentare nazionale. Voltare le spalle a Verona significa tornare indietro. Mancare di rispetto verso un mondo produttivo che è riuscito a proporre un modello dove l’agricoltura da sistema si puro sostentamento alimentare è diventata una complessa e organizzata rete di interessi economici e sociali che hanno garantito redditività, lavoro e sviluppo inimmaginabili solo 50 anni fa. Al Ministro De Castro varrebbe la pena di ricordarglielo anche se credo che in cuor suo lo sappia ma si lasci trascinare da volontà politiche che stanno al di sopra delle sue volontà. Oggi è quindi la politica più che i contenuti a dover prendere il sopravvento! E non importa da che parte stiamo..a destra o a sinistra. Rivendicare l’Authority per i veronesi tutti è rivendicare un diritto. Ma a Verona non siamo governati a sinistra? Bene. Allora Zanotto se ci sei batti un colpo! (di Bernardo Pasquali) Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail