Banco BPM, l’assemblea approva il bilancio. Ora inizia la caccia al partner

Il mercato oggi non ha premiato il titolo Banco BPM – meno 0,43% interrompendo un trend rialzista iniziato a febbraio – sulla scorta di due notizie contrastanti: la prima, l’approvazione in assemblea telematica del bilancio 2020 – qui il nostro articolo coi dati – con la distribuzione del dividendo proposto dal management di 6 centesimi ad azione a fronte di un utile netto di 21 milioni€; la seconda, ben più pesante perché rimanda ad un futuro non facilmente individuabile la scelta di un partner, il rilancio del Credit Agricole nell’OPA sul Credito Valtellinese. I francesi puntano su decisione su Sondrio ed hanno alzato l’offerta a 12,5€/azione se l’OPA incontrerà l’adesione di almeno il 90% degli azionisti. In caso contrario, il prezzo di scambio sarà di 12,2€/azione. Questo a fronte di un valore iniziale fissato a 10,5€/azione. Gli analisti concordano nel suggerire agli azionisti del Valtellinese di iniziare ad imparare la Marsigliese e di incassare un valore che, al momento, nessun competitore del Credit Agricole può e vuole mettere sul piatto.

Questo, visto dalla prospettiva Banco BPM, vuol dire che si sfila anche il secondo partner interessante per un’aggregazione che rafforzerebbe l’asse lombardoveneto dato che BPER ha fatto sapere che, al momento, è più importante digerire bene gli sportelli UBI arrivati da Intesa SanPaolo che non aprire un nuovo fronte di fusione. Un po’ come “la siora Camilla, che tutti vonno ma nessuno pija…” Certo, resta sullo sfondo Unicredit oppure MontePaschi: la prima soluzione significherebbe sparire, la seconda replicare all’ennesima potenza le esperienze dolorose di Novara e Lodi.

Passa così in secondo piano il bilancio approvato – con annesso il taglio dei compensi e delle remunerazioni dei top manager (qui in controtendenza rispetto allo sbracamento firmato oggi da Unicredit che ha accettato le proposte di incrementi salariali) – : nel 2020 i compensi e gli incentivi sono diminuiti per cda, collegio sindacale e top management a favore di progetti sociali per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Presenti per delega in assemblea, che anche quest’anno si è tenuta a porte chiuse, 1.831 azionisti, pari al 40,26% del capitale sociale. Tra gli azionisti rilevanti: Giorgio Girondi, tramite la GGG, con il 4,98%, il fondo Davide Leone & Partners Investment Company con il 4,698% e Capital Research & Management Company con il 4,988%.

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