Banco BPM: Sandro Veronesi e Dario Tommasi fanno patto con Giorgio Girondi per avere peso nel prossimo risiko

L’inizio del confronto vero e proprio fra i vertici di Banco BPM e BPER Banca è atteso per la primavera: dopo i primi pour-parler, bisognerà entrare nei dettagli operativi del nuovo polo bancario padano che nascerà dalla fusione delle due banche che si candida ad essere uno dei più importanti a livello europeo, dato che insisterà su uno dei territori economici più fertili dell’Unione. Ma questa volta, gli azionisti vogliono dire la loro e non lasciare la palla della nuova governance al top management ed ai suoi giochi con Bankitalia. Per questo, dopo un primo accordo fra le Fondazioni azioniste del Banco e l’Enpam (l’ente di previdenza di medici e odontoiatri) che ha bloccato il 5,5% delle azioni, un nuovo accordo sta nascendo fra il primo azionista individuale – l’industriale mantovano Giorgio Girondi, nella foto) che controlla da solo (dal novembre scorso) un pacchetto di azioni pari al 4,9% – e due nomi pesanti dell’imprenditoria veronese: Sandro Veronesi di Calzedonia (che ha l’1,5% delle azioni) e Dario Tommasi (alla guida dell’omonimo polo vitivinicolo e da sempre una figura di riferimento fra gli azionisti veronesi dell’ex Popolare) che ha l’1% dei titoli in circolazione. Oggi, insieme, fanno il 7,5% del capitale, una quota che Girondi vorrebbe incrementare sino al 9,9% acquisendo personalmente altre azioni e fermandosi appena al di sotto della soglia massima ammessa dalla BCE prima di avviare un’istruttoria relativa alla partecipazione qualificata.

Girondi, Veronesi e Tommasi vogliono poter dir la loro quando si entrerà nei dettagli della fusione e partecipare alla guida della successiva banca padana dove siederanno a fianco di colossi come Unipol e Fondazione Sardegna (che ha il 10,5% di Bper), fondi di investimento e l’imprenditore Carlo Cimbri, primo azionista col 19,8% della banca emiliana.

BPER resta al momento impegnata nell’assorbire le 620 filiali che ha ereditato da Intesa-UBI Banca e nel riassetto della propria governance. Poi sarà in grado di affrontare l’operazione più importante (assieme all’aggregazione Unicredit-Montepaschi) del risiko 2021 del credito nazionale.

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