Campagna 2020: le stime di Veneto Agricoltura ci dicono che l’annata non sarà facile

I tecnici di Veneto Agricoltura hanno elaborato, con tempi di lavoro strettissimi, anche le primissime stime di produzione del settore agricolo nei primi mesi del 2020, periodo fortemente condizionato dall’emergenza per Covid-19. Vediamole in estrema sintesi.

Per quanto riguarda le intenzioni di semina, si evidenzia una sostanziale stabilità degli investimenti. Relativamente ai cereali autunno-vernini, tengono le superfici coltivate a frumento tenero, con lievi variazioni in aumento rispetto ai circa 90.000 ettari del 2019, e a orzo, mentre dovrebbero diminuire ulteriormente quelle a frumento duro, che scenderebbero al di sotto dei 10.000 ettari (con una flessione stimata tra il -25 e il -30%). Per le colture a semina primaverile, le superfici a barbabietola da zucchero dovrebbero mantenersi stabili a circa 10.000 ettari, mentre si stima una flessione degli investimenti a mais granella, le cui superfici dovrebbero calare a circa 150.000/155.000 ettari (-5% circa), a favore delle superfici coltivate a soia che si prevedono in crescita a circa 140.000 ettari (+5%) e di altre colture minori, in particolare girasole, sorgo e colza.

Il brutto andamento climatico primaverile 2020 ha danneggiato alcune colture frutticole, in particolare albicocco, susino e pesco, mentre risultano in netta ripresa le rese produttive di ciliegio, melo e pero, che avevano registrato delle rilevanti flessioni nel 2019.

Il vigneto veneto, al momento, si presenta in buona salute. La produzione 2020 non sarà abbondante e la vendemmia è annunciata in anticipo di qualche giorno rispetto alle ultime annate (tutti i dati previsionali saranno presentati il prossimo 6 agosto in occasione dello “storico” focus del Trittico Vitivinicolo di Veneto Agricoltura, in programma sulla piattaforma ZOOM dalle ore 10 alle 12). In risposta alle preoccupazioni legate al Covid-19 e alle conseguenti problematiche dovute alle restrizioni del trasporto e alle chiusure delle frontiere, le ultime statistiche del commercio estero di vino veneto per il primo trimestre 2020 vedono la nostra regione esportare vino per oltre 542 milioni di euro, con un ulteriore rialzo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del +7,4%. Il Veneto si conferma al primo posto nel ranking italiano per esportazioni di vino, con una quota sul totale dell’export nazionale del 36%.

Il comparto zootecnico da carne nazionale e veneto ha subito gli effetti del lockdown, seppure in maniera diversa a seconda della filiera produttiva. Per il bovino da carne è stato da subito penalizzato il vitello, maggiormente collegato al canale Horeca e meno alla spesa familiare, e i bovini adulti, meno il vitellone. I prezzi medi del vitello sono passati da 3,9 euro/kg di gennaio a 3,5 euro/kg di maggio (-10%), situazione che sta perdurando. La filiera suinicola è tra le più colpite facendo emergere debolezze sia strutturali che organizzative. Da fine febbraio si è creata una situazione di eccesso di offerta da parte degli allevatori, in quanto i macelli e le aziende di trasformazione hanno dovuto rallentare il ritmo di lavorazione per le misure anti-contagio (-20% circa). A questo si aggiunge la chiusura del canale Horeca, che assorbe oltre il 20% delle vendite.

Dallo scorso mese di mese di marzo nel comparto della pesca marittima si è registrato una diminuzione generalizzata della produzione, anche a causa del protrarsi della chiusura delle attività commerciali abituali sbocchi di vendita del pesce, in primis ristorazione e turismo. Il mercato ittico di Chioggia, insieme a quello di Venezia tra i principali a livello nazionale, ha visto scendere nel solo mese di marzo i quantitativi dei transitati di prodotti alieutici del -48,6% rispetto allo stesso mese del 2019, perdita che sale al -56,6% in termini di incassi, mentre è più contenuto il calo del prezzo medio alla produzione (-15,6%). Al mercato di Venezia la situazione non è tanto diversa, visto che a marzo si sono registrate diminuzioni in volume del -45,9%, a cui ha fatto eco una decrescita degli introiti del -43,4%, mentre ha tenuto il prezzo medio (+4,4%).

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