Cattolica Assicurazioni, la coop ammaina la bandiera. Da domani la spa, inizia l’era di Generali e Warren Buffet

Dite ciao alla cooperativa, da domani Cattolica Assicurazioni è una società per azioni e non varrà più il voto capitario, ma il peso dei singoli portafogli. E quindi, strada libera per Assicurazioni Generali e per Berkshire Hathaway di Warren Buffet (nella foto) di eleggersi un Cda alla prossima assemblea di maggio della compagnia di Lungadige Cangrande a loro immagine e somiglianza. Della “vecchia” Cattolica, dalle radici nel risparmio popolare e cattolico resta la Fondazione cui verrà demandato di tenere i rapporti con la società veronese.

Troppo poco per Casa Cattolica che lamenta come rimangano oggi «Solo poche briciole dei miliardi di euro di valore borsistico che nel 2007 Cattolica Assicurazioni capitalizzava. Ancora una volta ad uscirne sconfitti, oltre le migliaia di soci, i 1.400 dipendenti e i 1.800 agenti, sono tutti i veronesi e i veneti che rischiano di perdere il legame con questa importante istituzione che ha garantito sviluppo dei nostri territori per tanti decenni.

La trasformazione in Spa avviene in seguito al contestato aumento di capitale dello scorso 27 giugno, votato solamente dal 5,88% dei soci e all’altrettanto discussa assemblea straordinaria del 31 luglio (sulle recenti assemblee è in corso una indagine della Procura di Verona per illecita influenza di parte del Cda). È stata quindi perpetrata, in pieno periodo COVID, in modi e tempi che non possono essere definiti adeguati e che rischiano di compromettere l’equilibrio e il mantenimento del valore generato da Cattolica, in termini di posti di lavoro e di impatto economico e sociale sul territorio. Sarà il voto di pochi grandi azionisti – in primis Generali Assicurazioni e la Berkshire Hathaway di Warren Buffet – ad eleggere nella prossima assemblea di maggio, il nuovo CDA chiamato al rilancio della compagnia. Un CDA che sicuramente dovrà esprimere competenze e professionalità importanti – come chiede l’IVASS – ma che dovrà essere consapevole e rispettoso della storia di Cattolica Assicurazioni, degli investimenti dei piccoli soci (da domani azionisti) e del legame profondo con il territorio, per garantire un’evoluzione sostenibile del proprio modello d’impresa».

Casa Cattolica – il rassemblement delle associazioni e dei comitati dei piccoli azionisti – ha avviato una campagna su Change.org per difendere la specificità di quel che resta della compagnia e chiedendo al nuovo azionariato: attenzione alle persone: dipendenti (mantenimento dei posti di lavoro) ed agenti (centralità della figura sul territorio), in un’ottica di valorizzazione ed evoluzione continua delle professionalità; mantenimento della sede legale e operativa a Verona, finalizzata ad una efficace salvaguardia dell’investimento fatto dai soci veronesi e alla ricaduta di valore sui territori storici di radicamento e riferimento; mantenimento della coerenza verso i valori fondativi di Cattolica e di una costante attenzione ai bisogni di determinati ambiti economici in primis quello della piccola e media impresa.

E sarà un caso, ma oggi soltanto questi piccoli azionisti commentano una giornata storica: l’ammaina-bandiera della cooperativa dopo 125 anni di onorato servizio. Il resto della Città, la sua politica, la sua economia tacciono. Vorrà pur dire qualcosa, no?

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