Cattolica, ecco la semestrale post-Covid e pre-Generali: premi a meno 13% ma l’indice di solvibilità è tornato sotto controllo

Era la semestrale più  attesa, quella che recepisce due eventi eccezionali nella vita di Cattolica: la pandemia del Covid-19 che ha stravolto i mercati e la decisione di trasformare la cooperativa in società per azione aprendo le porte a Generali che con un investimento di 300 milioni diventerà il primo azionista di Lungadige Cangrande col 24,4% del capitale. Non è tanto questione di “bella figura” – i player questi dati se li guardano giorno per giorno – quanto confermare al mercato, agli attuali 18mila soci, che passata la buriana, la Compagnia c’è ed è ancora in forma. Anzi, esce rafforzata tanto che, a dati di fine agosto, l’indice di solvibilità è tornato ampiamente in zona sicurezza (a questi livelli l’Ivass non avrebbe avuto ragione a muoversi).

I dati: quello che conta in una assicurazione è la capacità di sottoscrivere nuove polizze, tenersi i clienti nell’era del fai-da-te e dei facile.it, contenere i danni, far fruttare al massimo la finanza per garantire il quadro. Ebbene, il lockdown ha avuto effetti negativi sulla raccolta premi che sono calati del 13,3% fermandosi a 2,8 miliardi. Danni e vita lasciano sul terreno il 3.8%, il ramo vita poco più del 18.  Nel periodo di chiusura, sono stati emessi un numero inferiore di nuovi contratti pari a -77% nel Vita, -45% nell’Auto e -62% nel Non Auto.

Il risultato degli investimenti è pari a €226 milioni (€252 milioni nello stesso periodo del 2019), scontando le svalutazioni sopra riportate (-€41 milioni lorde). Gli investimenti ammontano a € 32.450 milioni. Il Cda conferma la previsione di utile operativo fra i 350 ed i 385 milioni; andranno però valutati eventi ulteriori: un nuovo lockdown, ad esempio, oppure un ritorno agli incidenti nell’ultimo quadrimestre dell’anno in virtù della crescita degli spostamenti privati, la crescita dei decessi che potrebbe incidere nel ramo vita (anche se questo non si è verificato nel pieno della fase 1 e quindi, si spera, resti soltanto uno scenario ma non la realtà).

Depurata il più possibile  degli anglicismi, questi i punti salienti della semestrale diffusa questa mattina:

La raccolta premi complessiva del lavoro diretto ed indiretto Danni e Vita cala del 13,3% a € 2,835 miliardi. Nel business Danni diretto si riscontra una flessione del 3,8% dovuta all’Auto. Il calo della raccolta Vita è pari al 18,2%. Il combined ratio risulta in netto miglioramento all’87,1% (-6,3 p.p.) nonostante l’accantonamento per tener conto del voucher per i clienti Auto (a sostegno del portafoglio è stato emesso ai favore dei clienti un voucher pari a 1/12 del premio lordo annuo, da utilizzare in fase di rinnovo o di sottoscrizione di un altro prodotto Danni) che pesa il 5,4% dei premi di competenza. Conseguentemente, il risultato operativo segna un deciso incremento del 38,6% a €217mln, portando il RoE operativo ad attestarsi all’11,5%.

L’Utile Adjusted al 30 giugno scorso è pari a € 80 milioni, in crescita del 16,0% rispetto al 1H2019 nonostante diverse svalutazioni su investimenti immobiliari (-€ 13 milioni), partecipazioni (-€ 5 milioni) ed azioni e fondi AFS (-€ 7 milioni). L’utile netto di Gruppo a € 10 milioni (€ 61 milioni al 30 giugno 2019) risulta in flessione rispetto all’anno precedente (-83,1%).  Le svalutazioni complessive incidono per circa € 86 milioni  sul risultato netto di Gruppo.

La raccolta premi del lavoro diretto registra una flessione del 3,8% a € 1,048 miliardi. Al risultato contribuisce per € 533 milioni il segmento Non Auto, la cui raccolta è quasi allineata allo scorso esercizio (-0,8%). I premi del segmento Auto si attestano a € 515 milioni, in calo del 6,8% principalmente a causa della flessione della raccolta avvenuta nella fase di lockdown e dell’effetto delle iniziative a favore degli assicurati, tra cui il voucher. Il portafoglio polizze RCA, pur in calo di circa 64.000 pezzi nel primo semestre, segna un moderato recupero dalla fine del lockdown (+8.000 pezzi da fine aprile a giugno 2020).

Nel segmento Vita la raccolta del lavoro diretto è in calo del 18,2% a € 1,776 miliardi, per effetto della decisa decrescita nel secondo trimestre (-38,3%) dovuta al lockdown. Pur in un contesto di mercati finanziari decisamente sfavorevole, le unit-linked mostrano un’incidenza del 24,8% sul totale della raccolta, quasi in linea con lo scorso esercizio (26,6% nel H1-19). Le nuove emissioni di polizze Vita rivalutabili con tassi garantiti pari a zero hanno favorito un progressivo ulteriore ribasso del minimo garantito medio dello stock di riserve del Gruppo, che si attesta a 0,52% (0,58% FY2019. Inoltre, la totalità delle nuove emissioni tradizionali è caratterizzata da un basso assorbimento di capitale grazie al loro ridotto profilo di rischio.

Le riserve tecniche lorde dei rami Danni sono pari a € 3,591 miliardi  (€3,704 miliardi nel FY2019) e le riserve dei rami Vita, comprese le passività finanziarie da contratti di investimento, si attestano a € 26.874 miliardi (€28.003 miliardi nel FY2019). Il patrimonio netto consolidato è pari a € 2,322 miliardi al 30 giugno 2020, sostanzialmente allineato al valore del 31 dicembre 2019 (€2,351 miliardi).

L’indice Solvency II del Gruppo al termine del primo semestre 2020 è pari a 141%. L’indice Solvency II del Gruppo stimato a fine agosto è pari al 154%, in ulteriore recupero anche grazie alla discesa dello spread. Le due compagnie Vita, oggetto di interventi di patrimonializzazione, recuperano in maniera anche più decisa: l’indice di Vera Vita è pari al 189%, quello di BCC Vita al 320%.

Al 30 giugno 2020 la rete agenziale conta 1.378 agenzie e gli sportelli di istituti bancari che collocano prodotti del Gruppo sono 5.956.

Quanto ha inciso il Covid in Cattolica? C’è stato un forte calo della nuova produzione nelle settimane di lockdown, sia Danni, sia soprattutto Vita.  A partire dalla riapertura la rete agenziale è tornata quasi immediatamente ai livelli pre-Covid per quanto concerne Auto e Retail, mentre il processo è stato più graduale nel business Non Auto Corporate. Il percorso di ritorno alla normalità risulta più complesso nel canale bancario, in particolare nei rami Danni. Parallelamente all’andamento della nuova produzione, anche i riscatti Vita sono calati in maniera importante durante i mesi di lockdown (oltre -75%), per poi tornare a crescere nella fase 2 e fase 3, ma ancora al di sotto rispetto ai livelli dello steady state.

C’è stato un calo delle denunce dei sinistri in quasi tutti i rami (tranne le perdite pecuniarie), particolarmente nei rami Auto dove in alcune settimane il calo è stato di circa -80%. A fine luglio complessivamente le denunce dei sinistri nei rami Danni sono stimate in calo del -25% rispetto al pari periodo 2019, l’unico ramo a forte rischio di incremento  è quello delle perdite pecuniarie, a causa di business interruption e rimborso del reddito.

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