C’è un caporale al ministero! E non sa nemmeno usare il computer in dotazione

(di Bulldog) In Italia c’è un datore di lavoro, un’organizzazione con un proprio budget, proprio come un’impresa,  che ha la bellezza di 64mila lavoratori precari. Ovviamente, questo datore di lavoro è subissato dai controlli dell’Ispettorato del lavoro, dell’Inps, dei sindacati come avviene per tutte le aziende private italiane. Ovviamente, un par di ciuffoli… Tutto questo non avviene perché questo datore di lavoro – che agisce come un bieco sfruttatore , vogliamo dirla tutta? – è il Ministero della pubblica istruzione che ha la bellezza di tutti questi precari nei propri ruoli. Professori presi un po’ dovunque che fanno periodi di insegnamento di qualche settimana oppure di un intero anno scolastico. Sono quelli che oggi vanno in aula “a prescinderee garantiscono l’insegnamento ai nostri ragazzi quando ai professori di ruolo viene losquarausal solo pensiero della pandemia…

Questi precari ricevono una regolare busta-paga ogni mese ed hanno un rapporto professionale continuativo con l’amministrazione che di loro sa tutto: titolo di studio, esperienza maturata, mesi di servizio effettuati, sede di lavoro, sede di residenza, aspettative professionali (i precari si presentano a varie offerte di lavoro che ricevono direttamente dalle scuole o dall’amministrazione stessa, ad esempio per le attività di sostegno agli studenti con difficoltà, e quindi si sa cosa vorrebbero e potrebbero fare)…

Poche settimane fa questi precari hanno dovuto, entrando nella banca dati dell’Amministrazione, mettere mano al loro profilo inserendo le supplenze fatte così da aggiornare la graduatoria che è fondamentale per ricevere nuove offerte di lavoro.

In pratica, una follia: il Ministero dà lavoro temporaneo a 64mila persone e potrebbe in tempo reale formulare una graduatoria che – tenendo conto di tutti i parametri esistenti o di altri che potrebbero venir aggiunti – stabilisca immediatamente chi ha diritto ad un posto a tempo indeterminato e chi, al momento, no. Perché accidenti debbono essere gli insegnanti a compiere questa operazione di fatto inutile? E perché mai debbono fare un concorso per ribadire che sono in grado di fare gli insegnanti (ma se non lo sono, perché diavolo li prendete come precari?)? Basterebbe avere una graduatoria nazionale, aggiornata ad ogni contratto stipulato (che l’amministrazione produce, altrimenti come diavolo fate a pagare gli stipendi ed a versare i contributi?) e ad ogni  posto che si libera, o che viene attivato, chiamate il primo  della lista. Se  questo accetta bene, sennò va in fondo alla lista e attende una migliore opportunità. Man mano che si lavora si sale in graduatoria.

Di questo dovrebbe lamentarsi il PD, non se il concorso è un pericolo per il Covid oppure no. Qui non c’è soltanto la Azzolina da mandare a casa, ma anche qualche decina o centinaia di funzionari statali evidentemente non all’altezza. I  “manager”  pubblici sono quelli che gestiranno i soldi europei per la digitalizzazione…un pallottoliere forse sarebbe più indicato.

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