Cenone di Capodanno: crollano i fatturati, tengono i consumi, salgono soltanto gli scatti sui social…

(di Giampietro Comolli) Fine anno all’insegna delle tipicità locali, sobrietà e convenienza, cercando di rinunciare il meno possibile. Qualche regalo in meno gioco forza, un dono più a buon mercato e un messaggio di auguri in più, spesa alimentare nei supermercati fino all’ultimo momento sfruttando le prime promozioni, sottocosto. Per il vino i sottocosto in supermercati e discount sono andati esauriti in poche ore. Nessuna bottiglia di bollicine invenduta.

Per gli acquisti di cibo meno zampone ma tante lenticchie, meno caviale e crostacei, più baccalà e più capitone soprattutto al sud Italia. spesa alimentare in crescita soprattutto di alimenti base per fare cucina: nuovamente gli italiani in casa, ma davanti ai fornelli e in cucina. Instagram sostituisce cuochi e liste menù con una graduatoria che conferma la regionalità e la tradizione: 900.000 immagini di lasagne consigliate, 650.000 immagini per il panettone classico, 600.000 messaggi a tortelli e tortellini, 450.000 capitoni soprattutto zona campana, 350.000 solo per tartine di ogni tipo…forse consigli per “tirare lunga” la serata in casa. Un adattamento alla nuova realtà.  

Anche se a tavola si resta in 4-6, piatti imbanditi. Più tempo a casa, ma separando aperitivo da alcuni amici e cenone con i parenti o famigliari stretti, ma tempi più allungati. Quindi qualche calice in più in attesa del cenone nelle vicinanze, rientro a piedi a casa per le 22, quindi inizio anticipato delle danze con bollicine forever.  Per questo i volumi di bottiglie di vini stappati nel 2020 sono molto simili a quelli del 2019, sono solo cambiati i luoghi di consumo, i tempi, la durata del consumo. Luoghi solo domestici, nulla off premise e horeca: da qui il forte divario invece nel fatturato totale del comparto, nel valore della singola bottiglia al consumo, del valore medio della bottiglia stessa. A un prezzo medio a bottiglia nazionale stappata nel 2019 fra 9-10 euro (pari a 310 milioni €) corrisponde oggi una spesa di circa 200 milioni €, pari ad crollo del prezzo medio a 5-6 euro. Ancor più evidente il divario per lo Champagne consumato in Italia e da sempre concentrato a fine anno: contro 3,1 milioni di bottiglie di Champagne nel 2019, questa notte 2020-2021 si stapperanno solo 1,9 milioni di bottiglie, con una perdita di 80 milioni € di fatturato, cioè 45% in meno.

Il minor fatturato globale non è dovuto solo a qualche sottocosto last minute, bensì al fatto che manca il 90% (entità molto pesante) della spesa fuori casa della notte di Capodanno. Quasi il 50% delle bottiglie consumate fuori casa nel 2019 sono rientrate in casa dalle finestre, aumentando i brindisi domestici con gli acquisti diretti e online, bottiglie regalate e in scambio. Soprattutto le compere nella Gdo negli ultimi giorni sono aumentate del 10% rispetto all’anno scorso. Il calo del fatturato globale di bollicine nell’ultimo giorno dell’anno è dettato soprattutto dalla differenza fra valore dell’acquisto diretto e spesa alle feste, cenoni, locali notturni, feste degli alberghi, pari a 170 milioni € in una sola notte. Non ci sono ristori o mancette che tengano!  

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