AGSM-AIM: il Consiglio ha approvato la fusione. Sboarina: passaggio storico. Anche Vicenza ha dato il suo okay

(ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO) Questa la votazione del Consiglio comunale di Verona: 24 favorevoli, zero contrari, 6 astenuti. La fusione con AIM passa., Vicenza aveva già approvato a fine pomeriggio la identica delibera con 19 voti a favore e 12 contrari. E’ in corso il Consiglio comunale sulla delibera di fusione fra le municipalizzate AGSM-AIM, nei termini indicati qui, qui e qui. Il Consiglio è iniziato con gli interventi delle opposizioni.

Federico Benini, PD, che in commissione ha annunciato già l’astensione del partito al momento del voto: «Non si capisce questo grande interesse per A2A e poi il silenzio. Persino il consulente Roland Berger qualche mese fa, quando doveva favorire l’opzione a tre quindi fusione con Milano, diceva che la soluzione a due, solo Verona e Vicenza, sarebbe stata subottimale e non sufficiente a garantire il futuro alla nuova realtà. Ma oggi ci dice che la crescita dell’Ebitda a due risulta essere più vantaggiosa rispetto all’opzione a tre: ben il 73% di crescita da qui al 2024 contro il 52% . Quindi, cosa dobbiamo pensare se non che i consulenti fanno cambiare i nuemri a secondo dell’esigenza politica? I conti non tornano».

Flavio Tosi, Fare: «Saremo assenti al momento del voto perchè la fusione con Vicenza è un progetto nostro, del 2017. Ma evidenzio l’incapacità, l’impossibilità e forse la malafede nel non tenere inhouse la gestione dell’Amia. Attenzione, nel momento in cui scatta la fusione non sarà più possibile “portare fuori” Amia. E’ una bugia dire che poi potremo agire in altro senso. Ci sono poi punti oscuri: perchè Milano era una soluzione infungibile e ora non se ne parla più? perchè è stato allontanato l’ex presidente Michele Croce? perchè si è dimesso Daniele Finocchiaro? Perchè la svendita a Milano è stata fermata dai nostri ricorsi alla Procura ed all’Anac: questa non è una vittoria del sindaco, ma l’ennesima perdita di tempo rispetto ad un progetto pronto tre anni fa. Noi questo papocchio non lo voteremo».

Questa la risposta del sindaco, Federico Sboarina: «Questa delibera non è figlia di nessuno e in tre anni e mezzo abbiamo concluso quello che altri in 10 anni non sono riusciti a fare in un contesto di continue aggregazione fra player del settore energetico. Questo è un primo traguardo che è disponibile in Camera di commercio dal giugno scorso. Non c’è stata fretta, e questo è davvero un traguardo storico. In tempi così straordinari, essere riusciti ad arrivare a questa sera non ammettere il risultato è una visione distorta. Il segnale politico però c’è, dato che nessuno per ora ha dichiarato che voterà contro. Avevamo delle scadenze da rispettare, e lo abbiamo fatto. Ricordo anche che il concambio precedentemente ipotizzato era più sfavorevole per Verona. E’ stato un grandissimo lavoro, un’operazione straordinaria, con tempistiche eccezionali ed chiaro che è un passaggio: per Verona, i nostri dipendenti (è stato il mio indirizzo chiaro a Finocchiaro – che ha lavorato bene – di salvaguardare l’occupazione nonostante la necessità di aggregarsi), per la crescita e gli investimenti sul territorio. Un percorso che non si fermerà e dovrà andare avanti: da qui partiamo per difenderci ed avere quella forza contro le “aggressioni esterne” e andare con più decisione sul resto del territorio. Tutti ci dicono che è un’operazione importante per l’intero sistema».

Daniele Polato, assessore alle Partecipate, ha aggiunto: «Ho ascoltato gli interventi di tutti: la commissione di oggi con gli advisor è stata esaustiva da un punto di vista tecnico. Da un punto di vista politico: il risultato è quello che conta, ma chi ha vissuto questa fusione dalle origini sa benissimo quanto abbiamo lavorato e quanto Verona si sia imposta rispetto a soluzioni passate.Non lo dico io, leggetevi le dichiarazioni delle opposizioni a Vicenza che contestano a Rucco di aver “perso” 100 milioni di valore. Orgogliosamente l’abbiamo studiata e lavorata per anni. Ricordo il lavoro dei dirigenti delle due municipalizzate e del Comune di Verona. Quanto all’Amia, nel recente passato i suoi bilanci erano in profondo rosso, i nostri amministratori l’hanno riportata in positivo con utili importanti, in percentuali maggiori rispetto al passato. Risultati storici, grazie a manager scelti da questa amministrazione. AGSM ha funzionato, ma gli advisor finanziari l’hanno certificato, performava meno delle altre realtà del settore di pari dimensioni. Soltanto nel recente passato amministratori scelti dal sindaco Sboarina hanno cambiato i risultati. L’azienda funziona se c’è una squadra che funziona: sono i numeri e non le chiacchiere che certificano la situazione. Questa realtà porterà a Verona investimenti come mai in passato. Posso assicurare che manteniamo occupazione solida e fattiva. Saremo controllori di questa fusione, io personalmente dalla Regione (oggi è la mia ultima delibera presentata in 18 anni di presenza nel Consiglio comunale)».

Questa la dichiarazione di voto di Michele Bertucco: «La realtà è ben diverse, le nostre domande non hanno avuto risposte. Questa non è una vicenda epocale checché ne dica il, Sindaco, qui si nasconde la realtà. Qualche riflessione va fatta anche sulla qualità del personale politico inserito nelle partecipate scaligere. Il problema non è l’aggregazione, ma come è stata impostata. Per Amia il Comune dovrà ricomprarsi la società. Il nostro sarà un voto di astensione: il progetto deve andare avanti non con questi attori».

Tommaso Ferrari, Traguardi: «Il mio voto è di astensione. Le aggregazioni nelle multiutility ci sono da dieci anni: non è una novità. Non cercare il confronto con le opposizioni è stato grave: la discussione andava fatta qui e non in Camera di commercio. E’ mancata la politica ed il confronto coi vertici dell’azienda. Quanto costa la prossima operazione Amia? quanto dovranno pagare per questo i cittadini? bisognava mettere nero su bianco questo passaggio».

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