Così cadiamo spensierati nella trappolona franco-tedesca del Recovery Fund

La recente fanfara del baroneConte di Munchausen, seguita dalla riverenza dei sudditi del Regno Tricolore della Stupidità, circa il successo ottenuto dall’Italia nella partita del Recovery Fund, impone un chiarimento se, come si dice, si fa opposizione perché si è capito e non ci si oppone senza sapere il perché. Veniamo ai numeri, senza eccessivi tecnicismi. Il RRF (Recovery&Resilience Facility) è un fondo cumulato, formato da fondi raccolti anche dal fondo del barile; vedi “Fondo per una transizione giusta” che rappresenta circa il 90% dei 750 miliardi del bazooka del suddetto baroneConte. (N.b. Il bilancio europeo è a saldo nullo: quindi tutti i 750 mld vanno rimborsati. Come, quanto, da chi…ancora non si sa). Questa somma, condivisa dagli Stati partecipi, assegna all’Italia un ammontare pari a 209 mld di cui 80 a “fondo perduto”.

Fondo perduto? Secondo una stima fatta dalla d.ssa Silvia Merler (che dopo un periodo di apprendistato nelle istituzioni europee fa oggi parte di Algebris, la finanziaria, con sede londinese,  guidata da Davide Serra, il finanziatore leopoldo di PinocchioRenzi) all’Italia spettano circa 4,2 mld l’anno a fronte di un contributo netto al bilancio europeo da parte dell’Italia di 3,8 mld. Restano quindi ben 400 mil. da spendere, per acquistare gel e mascherine? Nossignore! I cd. Paesi frugali (quelli dei ruling fiscali, quelli cioè che non fanno pagare le tasse alle grandi aziende e non solo) hanno acconsentito – strano che nessuno si sia chiesto come mai tale regale concessione…- perché hanno ottenuto che una quota della loro contribuzione al bilancio europeo fosse accollata ai soliti perdenti (le cd. rebates) – leggi, Italia-; Italia che paga quindi un onere aggiuntivo di 1,5 mld. Pertanto l’Italia riceve circa 4,2 mld e versa 3,8+1,5: saldo negativo 1,1 mld. Fregatura? Non è la sola, anzi è la meno importante.

La quota di prestito – non a fondo perduto  e che quindi va rimborsata – sarà finanziata in qualche modo (non occorre avere doti divinatorie: nuove tasse) e sarà disponibile a condizione che il piano di impegno di spesa predisposto dal Governo in carica sia compatibile (leggi, di gradimento…) sia agli organi di controllo europei sia ad uno qualunque dei Paesi europei che potrebbe – magari sotto ricatto – sollevare un’opposizione strumentale al suddetto progetto di spesa italiano, con conseguente blocco del finanziamento europeo. Sono alquanto curioso di vedere un Governo di centrodestra presentare un progetto a valere sulla quota di prestito: se gradito, passa; altrimenti “нет”!. Quanto esposto è la ben architettata  trappola franco-tedesca (Orban ha approvato scodinzolando…) in cui il nostro Paese è finito e che nessun governo di opposizione potrà smantellare. Tralasciamo la tempistica (almeno 8-10 mesi) prima dell’effettiva attivazione delle prime misure (Gentiloni dixit). Così come sorvoliamo sui circa 80 miliardi di perdite delle banche europee cui si aggiungono altri 30 miliardi di minori guadagni e che saranno, more solito, immediatamente messi a disposizione…(FT 22 luglio). Resta un consiglio: togliersi la mascherina….dagli occhi! (L’Apota)

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