Covid 19, i dati di oggi nel Veneto: decessi oltre la soglia 4mila. In calo i ricoveri. Il tasso di positività scende allo 7,51%

Aumentano ancora i decessi, il Veneto è stata superata la soglia dei 4mila morti per Covid, con un incremento nelle ultime 24 ore di 83 unità. I tamponi ieri sono stati più di 50mila (32mila di test rapidi), portando il totale a 2,8 milioni di tamponi molecolari e 1,09 milioni di test rapidi. I positivi al virus sono complessivamente 158mila persone, 72.929 quelli attualmente positivi, con una crescita di 3.708 persone nell’ultima giornata. Il tasso di positività è dello 7.51%.

In ospedale calano i ricoverati, menp 27 pazienti su ieri, per un totale di 3.041 persone; in terapia intensiva, i ricoveri sono saliti a 337, più 1. I dimessi sono saliti a 7.648 persone, più 120 su ieri.

Per Zaia la curva dei contagi ha raggiunto il suo picco e si è stabilizzata: in calo la tendenza in tutte le province venete con la sola eccezione di Venezia che registra ancora un leggero incremento. Zaia ha confermato il suo parere negativo sul Dpcm: «Sarebbe stata dura per qualunque Governo, ma questa volta potevano ascoltarci: bloccare così i Comuni non ha nessuna valenza scientifica. Su un territorio poco omogeneo, come l’Italia, una norma uguale per tutti non funziona. Non siamo irresponsabili, al contrario. Siamo stati gli unici ad applicare regole che in tutta Italia non ci sono: ad esempio i locali commerciali chiusi la domenica; le medie e grandi strutture di vendita le abbiamo chiude nel weekend, nelle zone rosse non è così; idem, il numero di persone nei negozi sulla base dei metri quadrati di superficie. Quante persone violeranno le regole di questo Dpcm? cosa penseranno i nostri anziani chiusi in casa vedendo il resto d’Italia in piazza. Spero in un ravvedimento del Governo, non è vero che non si possa riprendere in mano questa situazione». Il Veneto, dice Zaia, garantirà una leale collaborazione istituzionale e siamo pronti a presentare nuove soluzio ni al Governo. «Ci sono delle misure utili – sottolinea Zaia – specie sul commercio e sulla scuola, non è tutto da buttare, ma la parte delle tre giornate non è giustificabili a partire dall’aspetto sanitario, dato che ci resta il problema degli anziani e dei ricongiungimenti».

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