Covid-19, il tasso di positività scende in Veneto al 3,06%. Zaia, non abbassiamo la guardia

Migliora la situazione epidemiologica in Veneto: dai 44.314 tamponi effettuati nelle ultime ventiquattr’ore (17.122 molecolari e 27.192 rapidi) sono risultati positivi 1.359 veneti, con un tasso di incidenza al 3,066%. In totale, da inizio pandemia, il Veneto ha testato 5,954 milioni di persone. «Non culliamoci sugli allori – ammonisce il governatore Luca Zaia – la situazione può peggiorare in un attimo: dobbiamo evitare le infezioni con mascherina e zero assembramenti. Se ritorna lo “struscio” in zona gialla siamo ad un nuovo moltiplicatore del virus. Altro assembramento è la scuola: oggi la sicurezza non è totale, anche il governo riconosce il problema. Spero che il giudice amministrativo comprenda le ragioni dei nostri tecnici e davanti a decine di focolai attive nelle scuole venete è giusto agire: so che stanno approfondendo la questione e questo dà loro merito».

I positivi ad oggi sono 57.469 (una settimana fa si stava su uno stock di 90mila positivi) per un totale di contagiati di 301.486. I ricoverati sono calati di 612 persone complessivamente: abbiamo ancora 2.560 pazienti in area non critica (meno 43 su ieri) e 338 (meno 1) in terapia intensiva. Ancora pesante il conto dei caduti: 69 i decessi di ieri in Veneto per un totale di 8.256 dall’inizio della pandemia.

Vaccini: «Nessuno ha letto il contratto dell’Unione europea con Pfizer, è vero che anche in altri Paesi europei vi siano stati tagli sia in Germania che in Francia. Poi vedremo che succede, ma la situazione è paradossale: è la sesta dose per vaccino? Dobbiamo essere messi nelle condizioni di vaccinare: ho chiesto al governo un taglio orizzontale, mutualistico, pari per tutte le regioni italiane. Ieri il commissario Arcuri ha proposto una nuova tabella di ripartizione, col 29% dei vaccini in meno, non ho sentito altre Regioni lamentarsi di questo approccio. Come Veneto stiamo seguendo soltanto i richiami. La speranza – dice Zaia – è nell’okay al vaccino AstraZeneca che permette una fornitura di 8 milioni di vaccini a trimestre contro le 470mila dosi/settimana attuali e che ci permetterebbe di coinvolgere anche farmacie e medici di base data la semplicità di utilizzo».

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