Covid-19, la situazione nel Veneto: i positivi nelle ultime 24 ore sono 5.098, record assoluto di contagi in un giorno. I positivi crescono all’8,41% dei tamponi

(di Marco Danieli) E’ il vaccino l’unico modo che abbiamo per liberarci del Covid. Non c’è niente da fare. Dobbiamo aspettare che arrivino i vaccini. “E cominceremo col vaccinare gli ospiti delle case di riposo e il personale sanitario che sono le persone più deboli e più preziose. Sembrerebbe che sia stato scoperto un antivirale che uccide il virus in 24 ore –  ha annunciato Zaia – ma ancora non ci sono notizie certe”.

Quindi la speranza sta solo nel vaccino. Almeno salvo sorprese positive come quella del farmaco cui ha accennato il governatore. Anche perché i dati non dicono niente di buono.

I positivi in Veneto per Covid nelle ultime 24 ore sono 5.098 – il suo record assoluto di contagi in un giorno . 110 morti solo ieri.  I positivi totali in Veneto dall’inizio della pandemia sono 186549, 88132 attualmente positivi con un’incidenza di nuovi infettati dell’8,41%, un aumento preoccupante, anche se giustificato da Zaia con il grande numero di tamponi eseguiti: 2.981.000 molecolari e 1.318.000 rapidi. Cosa che non viene fatta nelle altre regioni in modo così massiccio. Stabile la situazione ospedaliera con 2.851 ricoverati in terapia sub-intensiva e 373 in terapia intensiva un calo di 2 malati in terapia intensiva e un aumento di una ventina di ricoveri in reparti non critici. 8499, più 160, i dimessi dal sistema sanitario.

La macchina sanitaria del veneto si sta preparando quindi alla vaccinazione di massa che dovrebbe iniziare ai primi di gennaio, non appena il vaccino della Pfizer e quello della Moderna verranno autorizzati. Ma, ha accennato Zaia, non esistono solo quelli americani. C’è lo Sputnik russo e quello cinese, che stanno funzionando e che hanno modalità di somministrazione più semplici. Lo Sputnik, per esempio, viene conservato in un frigorifero normale, mentre quello della Pfizer  necessità di una conservazione a 80° sotto zero, il che rappresenta un problema logistico non da poco e che renderà complicata la campagna di vaccinazione.

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