Dagospia conferma: Enrico Marchi cerca partner per rilevare i quotidiani locali Gedi-Repubblica e punta al dopo Zaia

Avevamo scritto ( https://www.giornaleadige.it/dallaeroporto-di-verona-alla-finanza-ai-quotidiani-gedi-repubblica-cosi-la-lobby-del-veneto-orientale-vuole-continuare-a-guidare-la-regione/ ) del disegno di mettere le mani su tutto il Veneto di Enrico Marchi, l’imprenditore trevigiano padrone di Save e della banca Finint. ‘Dagospia’, testata online del sempre ben informato Roberto D’Agostino, lo conferma e aggiunge dettagli significativi.

La preoccupazione che Marchi non si accontenti più della sua posizione egemonica nell’ambito dei poteri finanziari, ma che ambisca ad ufficializzarla, facendola coincidere con il potere politico, è sempre più concreta.  Trent’anni di potere regionale, concentrato nel triangolo Venezia-Padova-Treviso, hanno creato una rete fra i grandi imprenditori della zona che Marchi vuol mettere a sistema per un ulteriore salto di qualità, che stabilisca una volta per tutte dove sta il potere economico e politico della regione. E la sua elezione a successore di Zaia nel 2025 lo incoronerebbe padrone del Veneto.
Insomma, dopo essersi mangiato ‘una cucuzza’ dopo l’altra, ora vuole papparsi ‘tutto il cucuzzaro’,  come direbbero a Roma, che comunque qualcosa in merito dovrà pur dire, o prima o poi.

Il padrone dell’aeroporto di Venezia, dopo aver assestato un colpo micidiale al Catullo di Verona, azzoppando un’infrastruttura essenziale per lo sviluppo del Veneto occidentale e di tutta la ‘regione del Garda’ – che da un punto di vista geopolitico è una delle più ricche e importanti d’Europa, ma che è anche una concorrente della VePaTre – ora vuole poterla controllare anche formalmente dal Canal Grande.
Ecco allora i movimenti sull’editoria in vista delle regionali. Ecco, come scrive Dagospia, le cene per convincere l’imprenditoria veneto-orientale a sostenere la sua corsa alla presidenza regionale. Il ticket, spiffera il super-spione romano, sarebbe di cinquemilioni di euro a testa. Niente male per una campagna elettorale faraonica.
Ma pare che l’idea non stia riscuotendo grande successo e che alcuni pezzi da novanta si siano sfilati. Staremo a vedere. 

Intanto una domanda sorge spontanea: e a Verona? E a Vicenza? Che cosa stanno facendo? Fanno come le stelle? Stanno a guardare?


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