Dall’aeroporto al piano Folin, alla Cattolica: Mazzucco suona la campanella dell’ultimo giro per l’attuale classe dirigente

(di Bulldog) L’aeroporto? Deve tornare in mani in mani veronesi al più presto, se vogliamo far tornare Verona nel cuore del business e del turismo di qualità. Il Piano Folin? Chi dice che è una speculazione immobiliare sbaglia: è una chiave per la rinascita della città grazie alla cultura e ad un turismo non più  “ciabattone e mordi-e-fuggi” che non crea valore, ma anzi lo distrugge. La Fiera? Per l’aumento di capitale ci siamo, ma vogliamo che diventi una Spa e ripaghi gli investimenti e, soprattutto, che si dia da fare per un riassetto del settore, ci sono più fiere che città in Italia e questo non va bene.

Cattolica? Siamo soci, abbiamo assistito all’arrivo di Generali, ma abbiamo investito con Minali ora vogliamo progetti credibili per i soci. I 265 milioni arrivati dalla Cassa Depositi e prestiti? Non illudetevi, non sono da spendere, ma per rafforzare il nostro patrimonio. Noi possiamo distribuire gli utili del nostro lavoro,  non mangiarci il capitale! Alessandro Mazzucco, presidente della Fondazione CariVerona, questa mattina nell’intervista a Maurizio Battista de L’Arena ha dettato la linea alla città: servono progetti concreti «perché – ha detto Mazzucco – io da veneziano voglio bene a Verona e ai Veronesi, però debbono mettere i piedi per terra. Noi vogliamo essere motori di sviluppo per Verona, non fare erogazioni, ma investimenti».

Dall’ultima grande realtà finanziaria della Città, insomma, suona la campanella dell’ultimo giro per una classe dirigente di Verona che tanto ha detto, poco ha fatto e quel che ha fatto, molto spesso, ha causato più danni che vantaggi. C’è un nuovo sceriffo in città e presto bisognerà farci i conti…

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