Decreto Bersani: la Confcommercio di Verona si schiera coi tassisti

Una liberalizzazione che rischia di avere ripercussioni pesanti sull’economia nazionale e locale:[//] è un giudizio negativo quello che Confcommercio Verona esprime sul Decreto Legge governativo relativo alle misure urgenti per lo sviluppo, la crescita, la promozione della concorrenza e della competitività, la tutela dei consumatori e la liberalizzazione dei settori produttivi. “E’ a dir poco inquietante – sottolinea il presidente della Confcommercio di Verona, Fernando Morando – quello che emerge leggendo nel dettaglio il testo del provvedimento. Molti passaggi del provvedimento necessitano di più letture per essere compresi, considerato che parecchi punti non brillano per chiarezza ed immediata interpretazione. La ventilata soppressione dell’iscrizione a registri abilitanti, fatti salvi quelli riguardanti la tutela della salute e la tutela igienico-sanitaria degli alimenti, ne è una concreta dimostrazione: non si capisca cosa intenda fare il governo. Se, come sembra, si intende sopprimere il Registro degli esercenti (Rec) per il settore della somministrazione di alimenti e bevande e per la vendita di prodotti alimentari, questo sarebbe un grave colpo per la qualità del servizio reso al consumatore e l’anticamera per l’immissione sul mercato di imprese dalla scarsa professionalit”. “Assurda poi – continua Morando – appare la norma relativa all’esenzione Iva per quanto riguarda le locazioni e gli affitti che, secondo autorevole stampa specializzata, comporterà la restituzione dell’imposta da parte delle immobiliari con effetto retroattivo ed addirittura dal 1998”. “La categoria dei commercianti – prosegue il presidente di Confcommercio Verona – ha avuto modo di “saggiare” il Governo Prodi ed il ministro Bersani già nel 1998, quando con un Decreto Legislativo liberalizzò, con un colpo di spugna, il regime delle autorizzazioni commerciali, umiliando i piccoli commercianti e cancellando dalla sera alla mattina anni e anni di sacrifici profusi nell’azienda familiare. In questo senso, comprendiamo e condividiamo la preoccupazione e la rabbia dei tassisti”. “Ci chiediamo – conclude Morando – se quando si redige un piano finanziario, occorra essere affiancati dal Mago Otelma per comprendere esattamente il destino di una società. Auguriamoci che il buon senso dei Parlamentari, di qualunque schieramento essi siano, prevalga sull’ assurda, inopportuna, inaspettata e draconiana decisione dell’esecutivo. In caso contrario, per il Paese e per l’economia, saranno dolori”. Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail