Sono stati presentati i primi risultati della zonazione
viticola della DOC Lessini Durello.[//]
Sono 15 i “paesaggi”, ben rappresentati dalla nuova Carte delle Unità
Paesaggistiche, in cui si articola l’area di produzione del Lessini Durello
che raccontano ognuno molteplicità ed unicità di un vino “autoctono per
natura”.
La Doc Lessini Durello nasce nel 1987, vanta oggi una superficie vitata di
360 ettari e impegna 410 aziende, oltre ad una decina di imbottigliatori,
con una produzione annua sopra i 38 mila quintali d’uva.
Numeri importanti per questa denominazione che è al centro di un importante
studio di zonazione viticola in collaborazione con Veneto Agricoltura. L’
ultimo traguardo raggiunto dalla ricerca, attuata tra il 2001 e il 2006, è
proprio la nuova Carta delle Unità Paesaggistiche a cavallo dei colli che
separano Verona da Vicenza.
Cattignano, Piani, Vestenanova, San Zeno, Madarosa, Calvarina, Duello,
Brenton, Santa Margherita, Agugliana, Val del Chiampo, Rocca di Arzignano,
Trissino, Monti di Malo e Val Leogra, sono le quindici unità che propongono
una lettura in dettaglio della Denominazione accanto agli itinerari
paesaggistici e naturali proposti dalla Strada del Vino Lessini Durello,
nata sei anni fa.
Esposizione, suolo, caratteristiche ampelografiche, sono solo tre delle
direttrici seguite dall’analisi agronomica per “mettere a nudo” la Doc
attraverso le sue articolazioni.
Ventitre i vigneti-guida prescelti a cui sono seguite le microvinificazioni,
eseguite al Centro Sperimentale di San Floriano della Provincia di Verona,
che hanno proposto i nuovi profili del Lessini Durello. Per monitorare i vigneti e ottenere una mappa della
vocazionalità di Durello e Pinot Nero, hanno lavorato tecnici specializzati
coordinati dall’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano. Di
pari passo è stato condotto uno studio pedologico per indagare il territorio
dal punto di vista dei suoli. In archivio al Consorzio Tutela Vino Lessini
Durello sono finite anche altre fasi del progetto di zonazione relative non
solo al Pinot Nero, ma anche allo Chardonnay e alla Durella.




