Dopo Cattolica migliorano anche i rating del gruppo Generali. Intanto a Trieste occhi puntati sulle mosse dei grandi azionisti

Pochi giorni dopo che l’agenzia AM Best ha elevato il Financial Strength Rating di Cattolica Assicurazioni portandolo ad A (Eccellente) e il Long-Term Issuer Credit Rating ad A+, Fitch ha comunicato di aver migliorato il giudizio sulla solidità finanziaria di Assicurazioni Generali, portandolo da A- ad A. L’agenzia ha inoltre elevato il giudizio sul merito di credito IDR da BBB+ ad A. L’outlook per il prossimo periodo si conferma positivo su entrambi i rating, e i giudizi seguono l’aggiornamento del rating sovrano dell’Italia da BBB- a BBB. Le previsioni riflettono inoltre, sottolinea l’agenzia, “una migliore leva finanziaria del gruppo e una progressiva riduzione del rischio di concentrazione sui titoli governativi italiani”. Fitch prevede che tale riduzione proseguirà anche nel biennio 2021-2022. Inoltre i rating danno conto “della forte posizione di capitale e del business profile del gruppo, così come la costante capacità di generare utili solidi e stabili”.

Secondo alcuni dettagli dell’analisi, “per Generali l’indice delle attività rischiose – che misura il rapporto tra attività rischiose e capitale – era del 126% a fine 2020 ed è migliorato al 99% dopo l’aggiornamento dell’Italia. Fitch considera una parte dell’esposizione di un assicuratore agli investimenti sovrani della categoria “BBB” come attività rischiose. A seguito dell’upgrade dell’Italia, questa quota è scesa dal 50% al 30%, secondo i criteri assicurativi dell’agenzia”. Inoltre, data l’impronta internazionale di Generali, secondo Fitch la compagnia può contare su un legame meno diretto con l’andamento complessivo del rischio Paese italiano rispetto ad altre società. “La nostra valutazione del profilo aziendale di Generali“, conclude la nota di Fitch, “si basa sul posizionamento competitivo “Most favourable” del gruppo nei suoi mercati principali rispetto ai concorrenti in tutta Europa, sulle grandi dimensioni del gruppo e sull’ampia diversificazione tra aree geografiche, prodotti, gruppi di clienti e canali di distribuzione”.

Nel frattempo si moltiplicano i segnali di attenzione all’interno di Generali per il nuovo assetto azionario che si si sta formando con il rafforzamento del patto siglato da Del Vecchio, Caltagirone e la CRT. Infatti, a due giorni dall’Investor day del Leone (in programma mercoledì 15), durante il quale sarà presentato al mercato il nuovo piano strategico della compagnia da qui al 2024, è stata annunciata la modifica della procedura per la presentazione della lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione da parte del consiglio uscente e nella composizione del comitato per le nomine e la remunerazione. Un atto in apparenza solo formale, in linea con i contenuti del documento di consultazione pubblicato da Consob il 2 dicembre.

Ma un dettaglio illumina la comunicazione delle Generali sotto un’altra luce. “Il consiglio”, aggiunge una nota della compagnia, “ha inoltre approvato l’uscita del consigliere Clemente Rebecchini dal comitato per le nomine e la remunerazione, per le sole materie in tema di nomine, e la contestuale entrata nello stesso, per le medesime materie, del consigliere Roberto Perotti, indicato dai consiglieri eletti dalla lista di minoranza”. Va precisato che sempre il 2 dicembre, durante la riunione del comitato, “Rebecchini aveva infatti manifestato la propria disponibilità a non fare più parte del comitato stesso, allo scopo di elevare e ulteriormente articolare la presenza di consiglieri indipendenti al suo interno, attraverso l’inclusione di un consigliere indipendente tratto dalla lista di minoranza”.

Un gesto di attenzione per le componenti del patto Caltagirone-Del Vecchio-CRT che ha il sapore di una mano tesa alla vigilia dell’Investor day, durante il quale sono anche attesi chiarimenti sui progetti di acquisizione. Una campagna che, è stato sottolineato più volte, non si può certo considerare terminata con la prossima integrazione di Cattolica dopo l’Opa.

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