Dopo le case green lo stop ai motori tradizionali. Borchia: l’Europa fa di tutto per creare difficoltà a cittadini e imprese

Il Parlamento europeo riunito in assembla plenaria ha approvato lo stop alla vendita di auto a motori termici dal 2035 con 340 voti a favore, 279 contrari e 21 astensioni. 

Paolo Borchia, europarlamentare veronese della Lega, coordinatore Id in commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE) ha commentato così la decisione: «Siamo tra quelli che inquinano di meno, ma l’Unione europea fa il possibile per creare sempre più difficoltà a cittadini e imprese».  E aggiunge che non è difficile prevedere che la diretta conseguenza è il rischio invasione di auto elettriche cinesi.

“Proviamo a ragionare sul futuro – commenta Borchia- pensando a due scenari. Nel primo, l’auto elettrica sarà un bene di lusso, costoso a portata di pochi. Nell’altro continuerà ad essere un bene di massa, ma le case automobilistiche cinesi avranno soppiantato i poveri produttori europei. Fantascienza? No, se pensiamo che Byd, colosso cinese dell’auto, ha raddoppiato nel 2022 la sua quota di mercato. E intanto, per cercare di mantenere competitività l’industria europea si sta guardando attorno: qui, siamo a rischio delocalizzazioni, che significano disoccupazione. Giusto lavorare per inquinare meno, – conclude Borchia – ma non in questo modo».

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