Fiera, Zai, negozi: divisi su tutto

Dopo accesi e interminabili dibattiti è stato approvato il piano di assetto del territorio che sostituisce il vecchio piano regolatore del 1975. Tralasciando le discussioni politiche che si infiammano attorno al Pat, ci sono soggetti economico-istituzionali e associazioni di categoria che approvano, contestano o ignorano il nuovo assetto urbanistico, soprattutto quella parte di progetto che ridisegna l’area di Verona sud. [//]Se per la Camera di Commercio, nella persona del suo presidente Fabio Bortolazzi, la questione Pat non rientra nella propria sfera di “competenza”, due posizioni divergenti sono quelle assunte dal presidente del Collegio costruttori, Francesco Farinelli, e dal presidente della Confcommercio veronese, Fernando Morando. In particolare le divergenze sono su tre temi: l’impatto della futura Verona sud sulla fiera, la situazione dei capannoni della Zai e il destino degli esercizi commerciali del centro storico in relazione ai nuovi spazi previsti nel Pat.
In termini di riqualificazione urbana, il valore del progetto è per volume complessivo degli investimenti previsti, uno dei più complessi programmi urbanistici visti a Verona. Così come dichiarano in Comune, il progetto della nuova Verona sud «ha il compito di contribuire all’attuazione coordinata dei vari interventi urbanistico-edilizi pubblici e privati, insieme con il miglioramento degli standards urbanistici dei servizi e degli spazi pubblici. Inoltre, il progetto contribuirà al rafforzamento ed ammodernamento dei sistemi infrastrutturali, all’integrazione di nuove e più qualificate attività, all’aumento della capacità funzionale ed attrattiva del sistema-città».
«Una questione importante sono i tempi di realizzazione, – come spiga Farinelli – anche se si parla di procedere alla costruzione e conversione dei singole aree. Una fine ottimistica dei lavori sono gli 8-10 anni, anche se è più prevedibile si termini tra 14-15 anni. Una cosa è certa, l’edilizia avrà un impulso che non si è mai visto del dopoguerra ad oggi, e l’impatto economico che ne deriverà sarà notevole. Con questo progetto dimostriamo di saper fare delle scelte strategiche come le grandi città europee che, accanto alle grandi bellezze storiche, sono state capaci di inserire moderne costruzioni».

La fiera
Nel ridisegno delle aree degli ex Magazzini Generali e dell’ex Mercato Ortofrutticolo, che coprono una superficie complessiva pari a quasi 30 ettari di area urbana, non sono previsti ulteriori possibilità di ampliamento della fiera. Anzi, il piano stabilisce quattro tipologie di destinazioni: un’area residenziale, un’area ricreativa e di verde pubblico, il polo finanziario e il polo culturale. Il tutto corredato da una nuova configurazione dell’assetto viabilistico.
«È un progetto di grande qualità – commenta soddisfatto Francesco Farinelli – sia da un punto viabilistico sia dal punto di vista della edificabilità. Questa sarà la più grande realizzazione unitaria a livello urbanistico mai vista anche in altre città italiane. Non solo, questa sarà l’unica e vera grande realizzazione urbanistica dell’ultimo mezzo secolo nella città. Da Verona sud alla stazione ferroviaria, un progetto che ricorda le ramblas di Barcellona, con un asse stradale suddiviso tra percorso automobilistico, pedonale e ciclabile, con spazi verdi e edifici nuovi capaci di ospitare commercio, cultura e aree abitative».
«Nel nuovo riassetto di Verona sud – replica Fernando Morando – non sono possibili aree di ampliamento per la fiera. Questo è ciò per cui non siamo mai stati d’accordo con il progetto approvato dalla giunta Zanotto. Dobbiamo poter pensare che la fiera debba possa crescere come spazi e strutture, per essere in grado di vincere le nuove sfide lanciate dagli competitori come la fiera di Milano, che non dimentichiamo voleva portarci via il Vinitaly».
«La fiera penalizzata: non è vero. – Ribatte Farinelli – La fiera deve essere spostata in un’area più esterna rispetto all’attuale posizione, dove ci sono ampi spazi e dove si possono costruire strutture e infrastrutture capaci di contenere lo sviluppo».
«A Milano hanno fatto un’operazione di questo tipo, – replica Morando – ma non credo che a Verona saremmo in grado replicarla, almeno non è stata fino ad ora presentata una proposta sensata di questo tipo. Inoltre, la fiera nella sua attuale posizione giova anche alla promozione del centro storico».

La Zai storica
Come hanno dichiarato in più occasioni gli industriali di piazza Cittadella, la Zai storica è un patrimonio economico e sociale della nostra città dal dopoguerra ad oggi. Nel progetto di riqualificazione sembra proprio che non si parli di ristrutturazione o adeguamento delle vecchie fabbriche dimesse della Zai. Non c’è traccia di una vera e propria integrazione con il nuovo progetto. Il messaggio che traspare sembra: “Le fabbriche della Zai? Ci sono, vedremo che ne sarà di loro”.
«Ritengo che il nuovo progetto – afferma Morando – non prenda in considerazione sufficientemente la Zai storica, patrimonio dello sviluppo economico cittadino. Tutti i capannoni e le strutture dimesse della zona industriale dovrebbero essere ristrutturate o adeguate alle esigenze delle aziende. Come è possibile pensare di lasciare tutto in questa situazione? Non è possibile trovare una risposta capace di scongiurare un’implosione?».
«La Zai si sta smobilizzando – commenta Farinelli – e dobbiamo essere in grado di considerare quella zona parte dell’archeologia industriale di Verona. Non so quanto valga la pena mantenere un gran numero di realtà in quella zona, soprattutto quelle piccole che sono ormai superate. Attualmente ci sono solo pochi casi di grandi aziende che hanno investito su importanti costruzioni».

Le aree commerciali e direzionali
Nel progetto approvato in Comune sono previste aree importanti, in termini di dimensioni, per lo sviluppo e la crescita del commercio. Nell’ex Mercato Ortofrutticolo, dove nascerà il Polo finanziario, potranno insediarsi sia le realtà della finanza che strutture in grado di sviluppare il commercio al dettaglio. Inoltre, le torri in elevazione che saranno realizzate così come da progetto dell’architetto Bruno Gabrielli, svilupperanno il concetto dell’elevazione urbanistica, non sufficientemente sviluppato nell’urbanistica veronese. Commercio e finanza saranno rappresentati da strutture in cui dovrà trasparire ricerca e qualità nelle costruzioni, come hanno ribadito in Comune, perché si vuole offrire un biglietto da visita di tutto rispetto a chi entra a Verona.
«Il polo finanziario – spiega Farinelli – è un’occasione più unica che rara per Verona. Anche perché non è facile trovare dei finanziatori come la Fondazione Cariverona, la Banca Popolare di Verona e Novara e Cattolica Assicurazioni, che sostengono un’operazione di questa portata. Il polo finanziario non è un trasloco di sedi, ma deve diventare un’alternativa, in piccolo, a Milano per attrarre anche operatori dall’estero. Oltre alle destinazioni direzionali, sono previsti grandi spazi per le aree commerciali, che andranno a vantaggio dei cittadini che vivono nei quartieri limitrofi».
«Il complesso del polo finanziario – sostiene invece Morando – sarà un’ulteriore occasione per allontanare il commercio dal centro storico. Tutta la nostra attività di questi ultimi anni fatta per rilanciare i centri storici e le loro attività commerciali potrebbe sfumare. Nell’aria si respira la sensazione che molti commercianti hanno intenzione di spostarsi nei nuovi spazi di Verona sud, abbandonando gli attuali presidi tra le vie storiche della città. Altri piccoli commercianti invece, temono di perdere mercato e dover chiudere. Inoltre, siamo una provincia già satura di centri commerciali, non è possibile che ne nascano di nuovi ad un passo dalla città».

La nuova Verona sud
Fulcro della nuova Verona sud è il recupero delle due aree dimesse degli ex Magazzini Generali e dell’ex Mercato Ortofrutticolo.
Nell’area degli ex Magazzini Generali è prevista la creazione di un grande centro culturale polivalente, denominato Polo Culturale. La cittadella della cultura comprenderà servizi ed attrezzature a carattere didattico, museale ed artistico, integrato con uffici pubblici a carattere direzionale e di servizio. Il complesso si realizzerà prevalentemente attraverso il recupero ed il restauro dei principali fabbricati che furono i Magazzini Generali. A sud, nell’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo, di proprietà del Comune di Verona, è prevista la creazione del Polo Finanziario la cui destinazione più consistente è quella direzionale. L’intervento sarà prevalentemente di nuova costruzione, le cui destinazioni urbanistiche sono residenziale, commerciale e direzionale, con netta prevalenza di quest’ultima, che comprende anche la funzione alberghiera, oltre ad una notevolissima dotazione di aree e servizi pubblici.
In entrambe le aree è prevista una dotazione di verde pubblico attrezzato, destinata a un grande Parco Urbano che costituirà un’interfaccia ecologica tra gli insediamenti residenziali e direzionali del lato ovest, ma sarà anche a servizio della città, per una estensione complessiva pari a circa 5,5 ettari. Come servizi complementari all’interno del parco, ci saranno una piscina comunale ed altre attrezzature sportivo-ricreative.

L’Adige, 1 Aprile 2006, pagg. 1 e 5

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