(aggiornamento ore 18.01) Damiano Tommasi è scuro in volto (qui il nostro video). La bocciatura del suo candidato alla guida della Fondazione Arena – l’australiano Lyndon Terracini – è una cesura netta del quieto vivere che ha contraddistinto i primi sei mesi della sua amministrazione. E segna l’inizio di una “guerra dei cinque anni” che regolerà la prossima vita pubblica scaligera. Torna la politica, tornano i partiti. «E’ evidente che senza la mia persona – spiega il sindaco – la vicenda sarebbe andata in modo diverso, la stessa discussione nel consiglio d’indirizzo di ieri sera sarebbe stata diversa. Ma io sono il Sindaco e ho il dovere di dire, di far capire, che la Fondazione è di Verona e non di chi non sta a Verona. Che si deve scegliere per competenze e per progetti e non per appartenenza partitica, per la voglia di piantare una bandierina. Soprattutto da parte di chi, come un socio privato, che ha già dichiarato di voler stare soltanto un anno in Fondazione e poi di valutare….abbiamo dunque orizzonti temporali diversi e questi avevano un peso ben reciso da valutare nella discussione per la scelta del Sovrintendente».
Tommasi ha spiegato perchè non voleva confermare Cecilia Gasdia: «Già cinque anni fa la discussione verteva sulla figura di un Sovrintendente con responsabilità e competenze manageriali per rimettere in asse la Fondazione e un direttore artistico responsabile del cartellone. la prima scelta era De Cesaris sovrintendente-Gasdia direttore. Soltanto un limite di legge ha imposto il cambio di funzioni nel ticket. Ma la competenze non sono cambiate da allora. Abbiamo bisogno di una Fondazione che voli alto, che guardi fuori dai confini attuali, che abbia proposte e idee nuove. Oggi ci ritroviamo con un sovrintendente che non gode della piena fiducia del Consiglio d’indirizzo. Non è la soluzione ottimale per un ente così importante e così delicato».
Tommasi era affiancato dai leader della sua maggioranza a Palazzo Barbieri. E la prima nota politica è del coordinamento Tommasi sindaco, guidato da Alberto Battaggia: «La decisione assunta la notte del 2 marzo dal Consiglio di indirizzo di Fondazione Arena, a maggioranza, contro il parere del Sindaco e dei consiglieri da lui nominati, di inviare al ministro Sangiuliano il nome di Cecilia Gasdia per la ratifica a nuovo Sovrintendente sconcerta e preoccupa. Essa è il segno della resistenza opposta dagli interessi più conservatori della nostra città al vento di rinnovamento portato dalla nuova amministrazione. Si tratta della coerente conclusione di un percorso iniziato settimane fa dalla Camera di commercio di Giuseppe Riello, che ha voluto spostare la discussione su un piano politico, schierandosi aprioristicamente per l’attuale Sovrintendente, prima di qualsiasi confronto di merito con il Sindaco e gli altri soci. Allo stesso modo, stupisce la scelta di Generali-Cattolica Assicurazioni, istituto di dimensioni e respiro finanziario europeo e non locale, che ha finito per avallare le scelte dell’altro socio privato in modo acritico ed istituzionalmente discutibile. Più scontate, anche se non giustificabili, le posizioni del Governo e della Regione, politicamente ostili all’attuale amministrazione veronese.
La proposta a Sovrintendente di Lyndon Terracini, fatta dal Sindaco, ha avuto il senso di promuovere per Fondazione Arena una nuova stagione gestionale nel segno della internazionalità, della innovazione delle proposte culturali, della promozione dell’opera veronese nel mondo, di professionalità garantite nei ruoli specifici dell’azienda – Sovrintendenza e Direzione artistica – con personalità distinte di altissimo livello.
L’attuale Sovrintendente ha finito invece per accentrare in sè tutti i ruoli apicali, con risultati che sono apparsi inadeguati sotto diversi profili: sul piano artistico, per il repertorio ripetitivo e scontato e le prestazioni degli artisti inficiate dall’intasamento del calendario causato dagli spettacoli dell’Extralirica; sul piano economico, per la mancata presentazione di un piano di risanamento della pesante situazione debitoria; per l’inadeguata promozione dell’ente all’estero; per i successi contabili derivanti dai generosi proventi elargiti dallo Stato come “ristori” nel periodo della pandemia e per la disastrosa gestione delle relazioni sindacali; sul piano giudiziario, per l’inerzia dimostrata dopo la recente pesantissima inchiesta della Guardia di finanza e della Direzione Antimafia di Venezia riguardante il sospetto di sovrafatturazioni milionarie perpetrate per anni da personale dell’ente; sul piano dei rapporti con la collettività veronese, per il mancato collegamento con il mondo dei giovani, delle scuole, della formazione, delle istituzioni culturali. Una gestione che ha badato ad una mediocre ordinaria amministrazione senza quello slancio e quella visione ampia, aperta ed internazionale che una macchina dello spettacolo così straordinaria come Fondazione Arena meritava. Non si comprende come si pensi possibile, in questa situazione, accettare di assumere la direzione di Fondazione Arena con una risicata maggioranza, contro il volere del Sindaco e della maggioranza che governa la città, utilizzando un monumento di proprietà del Comune. Siamo anche convinti che il ministro Sangiuliano dovrà valutare con molta attenzione l’opportunità di ratificare una indicazione uscita da un confronto così debole e contraddittorio fra i soci».
Posizione opposta per Ciro Maschio, responsabile veronese di FDI: «Esprimo soddisfazione per la decisione del Consiglio di Indirizzo. Era decisamente la scelta migliore per la Fondazione Arena e per la cittá. É stata premiata la competenza (c’era un abisso tra il currícula di Cecilia Gasdia e quelli proposti dal Comune) la dedizione, confermata dai risultati. Cecilia Gasdia, unica Sovrintendente donna in Italia, ha guidato la Fondazione negli anni piú difficili, ha salvato l’Ente dal fallimento risanando i conti, riportando la grande Lirica internazionale e il grande pubblico, tutto questo nonostante le difficoltá della pandemia. A poche settimane dalla storica ed importantissima edizione del Centenario, sarebbe stato scellerato sfasciare la squadra che ha lavorato bene ed ha organizzato la stagione lirica, per fare un salto nel buio. Certo dispiace per la mancata unanimitá. Tommasi ha perso un’occasione per dimostrare lungimiranza. Da parte sua c’é stato un ostruzionismo testardo, quasi violento, del tutto inspiegabile. In momenti importanti come questi occorre saper guardare al bene del Sistema Verona, non alla piccola politichetta locale. E il bene di Verona era far guidare la Fondazione da chi l’ha ben guidata fin qui. Adesso rinnovo al Sindaco l’appello che gli facevo prima del voto. Recuperi il buonsenso. Collaboriamo tutti assieme attorno alla Fondazione Arena, nell’interesse di Verona, a partire dalla storica Stagione del Centenario».
Il capogruppo di Verona Domani Paolo Rossi commenta così il voto del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Arena di Verona, che ha proposto al Ministero della cultura, contro il parere del Comune, la riconferma di Cecilia Gasdia per l’incarico di Sovrintendente dell’Arena: “Si può, senza paura di essere smentiti, parlare tranquillamente di una sconfitta di natura amministrativa, gestionale e politica da parte del sindaco Tommasi. Si riscontra l’evidente inesperienza abbinata alla mancanza di dialogo e lungimiranza da parte di questa amministrazione. Il primo cittadino avrebbe potuto seguire i consigli e le indicazioni del sottosegretario alla Cultura Mazzi, sicuramente più esperto e competente di lui in materia, invece, infischiandosene, ha esposto la sua maggioranza ad una cocente batosta. Invitiamo il sindaco a cambiare atteggiamento e farsi magari suggerire meglio dai suoi collaboratori e alleati, per il bene della città di Verona. Tommasi, è riuscito a spaccare e dividere il Consiglio di indirizzo, cosa mai avvenuta a Verona, mostrando, poca lungimiranza politica. Invece di cercare il dialogo, la mediazione con le altre forze politiche e le realtà che rappresentano la Fondazione, ha cercato lo scontro frontale, incaponendosi sulle proprie idee di nomi per la figura di Sovrintendente. Il sindaco avrebbe dovuto mediare, accettando la riconferma della Gasdia e nominare un direttore generale di sua fiducia per la parte amministrativa, facendo propri i consigli espressi pubblicamente da Gianmarco Mazzi, sottosegretario al ministero dei Beni Culturali, per anni in Fondazione Arena alla guida dell’extralirica. Una strategia, quella del sindaco, totalmente fallimentare. Come avvenuto già con il caso Agsm – conclude Rossi – assistiamo all’ennesimo flop di questa amministrazione di centrosinistra».
Prova a smarcarsi dalle accuse di “militanza politica” Giuseppe Riello, presidente della Camera di commercio: “E’ logico riconfermare chi ha ottenuto ottimi e incontestati risultati durante il proprio mandato, negli ultimi cinque anni. Non avendo avuto, in questi mesi, la possibilità di fare valutazioni di natura diversa e con un centenario già sulla rampa di lancio, il rinnovo dell’attuale sovrintendente diventava la decisione più coerente da prendere. Questo sia da un punto di vista manageriale che industriale. Ieri abbiamo avuto modo di valutare i due candidati alla Sovrintendenza proposti dal Sindaco Tommasi. Persone preparate, ma prive della conoscenza della realtà veronese e delle skills che ha dimostrato Gasdia nel presentare il suo bilancio di mandato”.
«La prova dei muscoli tra le parti ha fatto sì che la Fondazione si sia indebolita. Il sindaco ha compiuto un errore politico grave su Fondazione Arena, che si è spaccata e ora sarà più debole. Una crisi politico-istituzionale nata da forzature, Tommasi a quel punto avrebbe dovuto invece scegliere un percorso più condiviso e un metodo di concertazione con tutte le parti del consiglio d’indirizzo e con il ministero della Cultura per scegliere un sovrintendente di altissimo profilo e rafforzare la Fondazione. Se e quando non hai i numeri per fare da solo, e si era capito da tempo che Tommasi non li aveva, è sempre opportuno dialogare e non forzare la mano come invece ha fatto il sindaco. La clamorosa spaccatura di ieri non è un bene per l’ente lirico e per la città. Tommasi aveva la possibilità di rafforzare Fondazione, andando avanti testardamente per la sua strada invece l’ha indebolita”. A dirlo il consigliere regionale e comunale di Forza Italia Alberto Bozza, che pur dando la grossa fetta di responsabilità della spaccatura a Tommasi, sottolinea “che un atteggiamento più dialogante avrebbero dovuto mostrarlo anche altre componenti del consiglio d’indirizzo. Il bene della città dovrebbe essere sempre superiore a tutto e in questa storia ognuno invece mi sembra abbia badato più alle sue piccole o grandi guerre personali scegliendo il contesto più sbagliato”. Bozza poi torna a evidenziare lo sbaglio di metodo di Tommasi: “Ieri è stato certificato che Tommasi aveva in mente un suo nome come sovrintendente, ed è essendo sindaco e presidente di Fondazione è legittimo, mi chiedo allora perché ha tentato di aprire una manifestazione d’interesse, peraltro di soli cinque giorni, anziché proporre quel nome direttamente a ministero e consiglio d’indirizzo. Un modo di procedere confuso, contorto e nemmeno politicamente cristallino. Questo evidentemente ha contribuito a sviluppare delle frizioni già in essere, così si è arrivati alle tensioni della settimana scorsa e alla clamorosa spaccatura di ieri”.

“Accogliamo con favore la scelta di riconfermare Cecilia Gasdia alla guida della Sovrintendenza della Fondazione Arena – le parole di Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese –, semplicemente perché a far pendere la bilancia dalla sua parte sono i risultati ottenuti, da lei e dalla sua squadra. Nessuna valutazione politica, in questo senso, può vincere contro i fatti. Non abbiamo mai condiviso, in tutti gli ambiti amministrativi ed istituzionali, i ribaltoni e le rivoluzioni basate su scelte ideologiche. Il centenario areniano è alle porte e ne sono già state studiate le strategie organizzative, promozionali e di comunicazione, quindi la decisione di dare continuità al lavoro svolto è senz’altro saggia e apprezzabile. Buona continuazione di lavoro a Cecilia Gasdia e a tutta la Fondazione Arena”.





