Gli scienziati al lavoro per capire se e quando serve la terza dose

Gli scienziati stanno ragionando sull’opportunità della terza dose del vaccino. No-vax e bastiancontrari mostrano di scandalizzarsi per il fatto che la medicina non sa dare risposte certe! Hanno uno strano concetto della scienza! Non sanno che alla base di qualsiasi acquisizione scientifica c’è la sperimentazione. E non riescono a recepire che siccome il Covid è un virus nuovo, sconosciuto fino a un anno e mezzo fa, le conoscenze, le cure, i vaccini che lo riguardano sono necessariamente legati all’esperienza e alla ricerca che vien fatta giorno per giorno. Questo richiede il metodo scientifico. Lo sanno tutti che di norma ci voglio anni per produrre farmaci e vaccini adeguati. Solo che stavolta c’è stata la pandemia. Voluta? Casuale? Poco importa. Non c’era tempo. S’è scelto il male minore. E fra la morte incontrollata di milioni di persone con gli ospedali in tilt e il vaccino, è stato scelto di procedere con le vaccinazioni. Rischiose? Come tutti i vaccini e tutti i farmaci. Forse un po’ di più, perché non sono passati quei 5/6 anni per vederne gli effetti a distanza. Ma era l’unica strada.
Bisogna quindi riferirsi al metodo scientifico per capire il perché non è ancora chiaro se, quando e a chi somministrare la terza dose del vaccino.
L’americana Pfizer e la tedesca Biontech stanno facendo degli studi al riguardo, dai quali sarebbe emerso che dopo sei mesi dalla seconda dose l’immunità cala dal 96% all’84%. L’Oms e l’Ema hanno dichiarato che non ci sono ancora dati sufficienti in merito. D’altra parte le prime vaccinazioni sono state fatte a gennaio, con le seconde dosi a febbraio. Quindi scadono grossomodo ad agosto i sei mesi per i primi vaccinati. Sarà da allora che i test immunologici ci diranno se la terza dose è necessaria o meno. Il resto sono tutte chiacchiere.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail