Il 99.mo Festival areniano chiude la stagione col Nabucco e l’immortale Aida: fil rouge il nostro Risorgimento

L’ultimo fine settimana del 99° Arena di Verona Opera Festival 2022 si apre con il ritorno dell’opera-kolossal Nabucco (1842) raccontato come storia parallela e meta-teatrale del Risorgimento italiano. All’origine di tutto vi fu il coro degli Ebrei deportati e ridotti in schiavitù dagli Assirisulle rive del fiume Eufrate, pensando al natio Giordano, levano il celebre e dolente canto Va’ pensiero, diventato simbolo di un popolo e di un momento storico preciso. È da questo collegamento che parte la drammaturgia di Arnaud Bernard per il Nabucco areniano: in scena, disegnata da Alessandro Camera e illuminata da Paolo Mazzon, piazze sconvolte da battaglie e barricate, saloni dove si decidono i confini dei popoli, teatri dove oppressi ed oppressori si riconoscono sul palcoscenico. L’acclamato baritono Luca Salsi interpreta il protagonista per l’ultima serata del titolo accanto a Maria Josè Siri come ferina Abigaille, uno dei ruoli sopranili più ardui di tutto il repertorio verdiano. Il basso polacco Rafał Siwek veste i panni di Zaccaria con l’attesa Fenena di Vasilisa Berzhanskaya l’Ismaele di Riccardo Rados. In scena anche i giovani esordienti nel Festival, come l’Abdallo di Giacomo Leone e il Gran Sacerdote di Belo di Adolfo Corrado. Completa il cast Elena Borin come Anna. L’Orchestra della Fondazione Arena e il Coro preparato da Ulisse Trabacchin sono diretti dal Maestro Daniel Oren, in questo allestimento di ampio respiro richiedente centinaia di mimi, figuranti e Tecnici.

Domenica 4 settembre cala il sipario sul 99° Festival: è l’ultima sera dell’edizione 2022 e dell’opera regina dell’Arena, Aida, dello stesso Verdi, nel 1871 ormai maturo e creatore di un’Egitto esotico e immaginifico, dove sboccia l’amore fra due giovani appartenenti a popoli diversi e in guerra fra loro. Questo Egitto è reinventato da Franco Zeffirelli con l’oro abbagliante e i colori sgargianti di sculture e costumi (firmati da Anna Anni). Il Maestro Daniel Oren dirige Orchestra e Coro areniani, il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino nelle coreografie di Vladimir Vasiliev e un cast che porta all’ambito esordio diverse voci nuove del panorama internazionale. Aida avrà voce e corpo del giovanissimo soprano cubano-americano Monica Conesa, già vincitrice dei premi Ricci e Caniglia, rivelazione del Festival, luogo unico dove ha fatto il suo esordio internazionale in un ruolo completo. Accanto a lei per quest’ultima recita ci saranno il Radamès del tenore Fabio SartoriRiccardo Zanellato come inflessibile sacerdote Ramfis, al debutto stagionale. Tornano Olesya Petrova come acclamata principessa Amneris, il baritono Amartuvshin Enkhbat come severo Amonasro, il Re degli Egizi del basso Romano Dal Zovo, la Sacerdotessa del soprano Yao Bohui e il Messaggerodi Riccardo Rados. I ballabili vedono protagonisti i primi ballerini Ana Sophia Scheller e Alessandro Staiano, mentre le vicende sono accompagnate dalla Akmen di Marianna Monteleone.

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