Il business game al liceo per prepararsi al mondo del lavoro. Phoenix e le Stimate replicano il “gioco” di fare impresa

Dopo il successo del 2020, il liceo delle Scuole Stimate di Verona ripropone agli studenti fino al 15 giugno il “game” didattico online U-Start per la formazione all’imprenditorialità, un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento, un tempo l’alternanza tra scuola e lavoro. L’anno scorso in lockdown la piattaforma didattica era stata proposta alle scuole superiori di tutta Italia dalle due società partner: The Business Game (uno spin-off dell’Università degli Studi di Udine, nata nel 2008) e la veronese Phoenix Capital, società di consulenza finanziaria e manageriale, nell’intento di supportare le scuole in un momento difficile.  E ora si replica per favorire lo sviluppo delle competenze trasversali e valorizzare le soft skills sempre più richieste dal mondo del lavoro.

U-Start simula la competizione tra imprese in concorrenza sul mercato, e ha l’obiettivo di sviluppare le capacità imprenditoriali dei ragazzi. Adattato agli studenti delle superiori, con strumenti e approccio molto efficaci e precisi ma mediati attraverso una modalità di gioco, ha coinvolto l’anno scorso cento studenti delle Stimate, che insieme al docente di Scienze Cristian Pasini avevano trascorso tutta l’estate misurandosi nel business game online. Per la nuova edizione 30 studenti in 8 squadre a girone unico si sfideranno come “manager” in presenza, con una settimana intensiva a colpi di business plan, piani di marketing e bilanci da far quadrare. Meno giocatori impegnati a causa dei protocolli Covid, ma una scelta che vuole ribadire l’importanza della relazione in presenza e lo scambio tra i membri dei team.

Da sinistra lo studente Riccardo Fiorini, Luca Predomo di Phoenix Capital, il preside delle Stimate Umberto Fasol e il prof. Cristian Pasini, il presidente di Phoenix Capital Giulio Fezzi e padre Simone Piacentini, direttore delle Scuole Stimate.

La settimana si è aperta con una sintetica formazione per fornire le conoscenze di base di organizzazione aziendale e degli elementi caratteristici del bilancio. Col preside Umberto Fasol e il prof. Pasini sono intervenuti Riccardo Fiorini, lo studente vincitore dell’edizione 2020, ora tutor d’aula, Giulio Fezzi e Luca Predomo, a capo della Business Unit IT & HR. In questi mesi la società ha coordinato la candidatura del progetto Europeo Erasmus+ The Business Game con il partner The Business Game e le Stimate Project Partner associato. Il progetto si concluderà a settembre con la presentazione delle esperienze di ogni squadra. Un’infarinatura di economia, finanza e management e una “cassetta degli attrezzi” con cui maneggiare indici di mercato, rapporto qualità/prezzo, investimenti e interessi. “L’imprenditorialità è un tema che affascina molto gli studenti”, sottolinea il prof. Pasini. “Insegnarla e sperimentarla con strumenti coinvolgenti e adatti alla loro preparazione è vincente. Saper far squadra, coordinarsi, programmare per obiettivi, prendere decisioni in una parola significa imparare facendo, anche sbagliando, per ricominciare da capo. E poi il confronto con il proprio team è una proficua formazione sul piano umano e didattico”.

“La scelta di collaborare con le scuole parte da lontano”, spiega Giulio Fezzi. “Nel nostro manifesto aziendale la formazione dei giovani è un punto fondamentale nelle convenzioni di tirocinio con gli atenei per la formazione sul campo, nella cultura, nello sport. Dopo la pandemia si aprono scenari ancora più ampi: il Next Generation EU è un’opportunità unica per costruire progetti che abbiano i giovani come protagonisti. Compito delle aziende è dialogare a tutti i livelli con il territorio e costruire insieme proposte di valore che abbiano ricadute concrete sulle generazioni future, per mettere insieme idee, persone, processi e tecnologie”. “Come società di consulenza manageriale e finanziaria siamo tutti i giorni in contatto con neolaureati che si approcciano al lavoro preparati per competenze tecniche ma meno allenati in soft skills sempre più fondamentali”, aggiunge Luca Predomo. “Saper lavorare in team sviluppando anche autonomia progettuale, problem solving e leadership sono qualità indispensabili che lo strumento del business game fa emergere e rafforza con il fascino della competizione e un approccio assolutamente libero e inclusivo”.

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