Il Museo degli Scaligeri serve. Per rilanciare strategicamente Verona ed il suo futuro

(di Paolo Danieli) Bella l’idea di Michele Croce di fare il Museo degli Scaligeri per i 730 anni dalla nascita di Cangrande. Anniversario che coincide con i 700 anni dalla nascita di Dante, che del vice-imperatore fu illustre ospite durante l’esilio. 

Cangrande I della Scala è uno dei veronesi più illustri. Dimenticato. La sua tomba alle Arche Scaligere è visibile a tutti, turisti e non; la sua immagine equestre è associata a quella della città, ma non è valorizzato come simbolo politico di Verona. Il Museo è necessario. Ma non sufficiente. La figura di Cangrande deve uscire dall’ambito culturale della ricerca storica per addetti ai lavori, oggi rivitalizzata dalle celebrazioni dantesche, per assumere la valenza politica che gli spetta. E’ stato un uomo politico. Anzi, il più grande politico veronese. Ed è in questo ambito che la sua figura va attualizzata. Come?

Prendendola a simbolo della centralità di Verona per quell’area del Nord Italia di cui Cangrande è stato l’indiscusso signore e che ha il suo centro nelle province di Verona, Vicenza, Trento, Mantova e Brescia.  In Veneto urge un riequilibrio del potere politico, concentrato nel triangolo Venezia-Padova-Treviso. Per uscire dalla marginalizzazione Verona deve riprendersi il suo ruolo naturale, conferitole dalla geografia e dalla storia, di capitale di quell’area che sta al crocevia degli assi di comunicazione nord-sud ed est-ovest e che, centrata sul Garda, è una delle più produttive del mondo. E’ nell’ordine delle cose.

La fusione AGSM-AIM, che unisce le multiutility di Verona e Vicenza, nella prospettiva di unirsi a quelle di Trento e Bolzano, ne è un esempio. Come l’Aeroporto, infrastruttura essenziale dello stesso territorio, allargato a Mantova, Brescia, Cremona e Rovigo. Come la Fondazione Cariverona, istituzione consolidata delle province di Verona, Vicenza e Mantova. Come l’Università, la Fiera e tutto ciò che ruota attorno al turismo.

Insomma le condizioni geo-politiche ci sono tutte. Basta solo la volontà politica. Ma tutti i grandi progetti hanno bisogno di un simbolo che li renda facilmente visibili e percepibili, in modo da diventare patrimonio di tutti, affinché tutti s’impegnino a realizzarli. Questo simbolo c’è: è Cangrande.

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