Il riscaldamento globale mette alla prova le infrastrutture

Veneto, nuova grandinata spaventa Verona e Valpolicella. Valle d’Aosta, evacuata zona ghiacciaio Planpincieux. Lombardia, forti piogge e allagamenti in Valtellina e Valchiavenna. Prolungata l’allerta meteo per piogge e temporali sulla Liguria, previsti temporali e vento forte in Appennino e nubifragi a Torino. Dopo giorni di fuoco, scatta l’allerta meteo, per piogge e temporali in 4 regioni. Un problema anche per le infrastrutture. «Nel momento in cui vennero ideati, i ponti del Belpaese sono stati costruiti benissimo ed anche la manutenzione è stata efficiente ed adeguata. Oggi però le nuove tecnologie consentono di fare di più: il monitoraggio dinamico deve prendere il posto di quello statico» sottolinea Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks (www.sensoworks.com), startup specializzata in monitoraggio infrastrutturale già attiva a livello globale, con uffici anche a Boston e monitoraggi in molti Paesi europei, includendo anche la Francia.


Di fatto aumentano di frequenza e di durata le ondate di calore che con il passare degli anni diventano sempre più estreme. Nel Mediterraneo l’accelerazione è stata drastica: dal 1980 ad oggi si sono aggiunti 6,5 giorni di caldo estremo ogni decennio, una situazione che diventerà ancora più critica nel ventennio 2030-2050. «Da qui al 2050 il riscaldamento globale metterà a rischio la sicurezza delle infrastrutture a livello mondiale» avvisano gli esperti di Sensoworks. E non è solo il caldo ma anche il conseguente incremento dei periodi di alluvione, delle tempeste e degli uragani. Fenomeni climatici che sono aumentati in quasi ogni parte del mondo, sia in frequenza che in durata.
Secondo il Centre of Excellence for Climate Extremes (CLEX), centro di ricerca australiano, la somma delle anomalie di temperatura rispetto una determinata soglia durante i giorni di ondata di calore (calore cumulativo) sta aumentando in media a livello globale in una forbice che varia da 1 a 4,5 gradi Celsius ogni decennio. Ma in Medio Oriente ed in certe zone dell’Africa e del Sud America l’aumento raggiunge anche i 10 gradi Celsius.

«Sottovalutare questa situazione sarebbe un errore. Ma con il monitoraggio dinamico sarà possibile risolvere fin d’ora il problema infrastrutturale» sottolinea Niccolò De Carlo. «I ponti italiani sono stati costruiti a regola d’arte ed anche la manutenzione è stata nella maggior parte dei casi adeguata. Oggi —tuttavia— le nuove tecnologie consentono di fare di più: di prevedere il futuro e prevenire un evento infrastrutturale prima che accada» . In pratica, il passaggio da un monitoraggio statico delle nostre infrastrutture —quello caratterizzato da ispezioni tecniche sporadiche realizzate da tecnici in carne ed ossa— ad un monitoraggio dinamico, consentendo così di avere un controllo costante ed in tempo reale attraverso strumenti tecnologici.

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