Il turismo non è solo un pilastro dell’economia veronese: la diversificazione del territorio apre a nuove professioni

Il turismo è un pilastro dell’economia veronese, ma come si declina la sua importanza nei diversi territori della provincia? Attrattività, flessibilità, formazione, responsabilità, governance sono i cinque fattori chiave per lo sviluppo del settore. Senza dimenticare la valorizzazione del capitale umano, un elemento indispensabile ma purtroppo drammaticamente carente in questo comparto. Lo sottolinea l’analisi “Percorsi per il settore turisrico veronese”, un focus sui territori della Destination Verona & Garda Foundation presentata in Camera di Commercio. Si tratta di un report realizzato da Veneto Lavoro nel quadro della collaborazione tra la Fondazione Giuseppe Toniolo della Diocesi di Verona col contributo dell’ente camerale scaligero.

“Il capitale umano nel settore turistico nella provincia di Verona”, spiega il vicepresidente della Camera di Commercio Paolo Tosi, “rappresenta una risorsa indispensabile su cui tutto il territorio conta, ma che ora più che mai deve attrezzarsi per fronteggiare una carenza di personale che rischia di penalizzarla. L’obiettivo dell’analisi è fornire spunti di riflessione riguardo alle caratteristiche, alle dinamiche, alle criticità e ai punti di forza del settore turistico, e soprattutto delle implicazioni che hanno sul piano delle risorse umane nelle destinazioni Lago di Garda e Verona e nei territori identificati dai quattro marchi d’area Lessinia, Valpolicella, Soave-Est Veronese e Pianura dei Dogi. Il sistema di governance così com’è impostato mira a creare flussi dalle due destinazioni ai marchi d’area, ma esiste anche uno percorso inverso: anche i quattro marchi d’area possono influenzare l’andamento nel due poli principali, attraverso il turismo lento e la sostenibilità, modelli di turismo diversi che si integrano e si completano”.

Il “turismo lento” è uno dei modelli alternativi che possono contribuire a diffondere i successo del settore

Il quadro, emerso da interviste ai portatori di interessi locali, appare molto variegato: ogni territorio ha il suo passo, dato da una tradizione turistica più o meno recente o addirittura del tutto nuova, dal tipo di turismo che lo interessa (di massa, più slow, straniero o locale, improntato su temi precisi), dalla composizione e conformazione del tessuto produttivo e così via. Tutto ciò si traduce inevitabilmente in una diversificazione di fabbisogni e di esigenze soprattutto nell’ambito del capitale umano.

“Le vere risorse del territorio sono ancora le persone, le donne e gli uomini”, spiega don Renzo Beghini, presidente della Fondazione G. Toniolo, “che accettano di affrontare il rischio della realtà, di fare silenzio per ascoltare e lasciarsi addestrare dalla realtà così com’è. La ricerca rivela storie di lavoratori e imprese che si assumono l’impegno di trasformare in progetti e azioni una visione del futuro senza fughe né alibi. Sono storie di persone che non demandano ad altri la responsabilità e la costruzione del futuro, ma che accettano di abitare intensamente il reale”.

“La dimensione delle imprese è una delle variabili che incide sulle strategie di valorizzazione del capitale umano”, aggiunge Francesca Nadalin, curatrice della ricerca. “Se da un lato le realtà più piccole necessitano di innovazione e aggregazione, in primis per poter dare maggiore continuità alle carriere professionali, dall’altro lato, contrariamente a quanto si tende a pensare, a volte risultano essere una dimensione ottimale perché il lavoratore si senta parte di una famiglia professionale e possa trasmettere valori e passione per il lavoro che, a quanto risulta, oggi si è un po’ persa”.

Le diverse aree turistiche del territorio veronese possono proporre variegati percorsi professionali

“Ciò su cui si potrebbe puntare se si vuole incentivare un investimento nelle professioni del turismo, soprattutto da parte dei giovani, è quindi una più efficace comunicazione delle reali opportunità che questo comparto può offrire a livello territoriale”, sintetizza Paolo Artelio, presidente della Destination Verona & Garda Foundation. “La conoscenza delle caratteristiche del mercato del lavoro locale, delle realtà aziendali, dei canali di reclutamento, dei possibili sbocchi professionali oltre a quelli classici cui si associa il lavoro nel turismo, potrebbero guidare i lavoratori, in particolare i giovani, verso scelte informate e consapevoli per farsi strada in un settore così diversificato. Investire cioè nella formazione di competenze e nella trasmissione di strumenti utili non soltanto all’impiego ma anche a muoversi in un mondo del lavoro ricco di sfaccettature. Ciò potrebbe essere strategico per attrarre lavoratori con specializzazioni in altri comparti o giovani con diversi background formativi, visto che”, conclude, “ci sono realtà che cercano e sono pronte a valorizzare professionalità trasversali ai settori”.

“La ricerca sarà presentata agli operatori turistici e al pubblico in una serie di incontri sul territorio che si terranno in ciascuna destinazione e marchio d’area”, conclude il neosegretario generale della Camera di Commercio di Verona, Riccardo Borghero, “con l’obiettivo di sensibilizzare gli operatori turistici e la potenziale platea di lavoratori”. Il primo incontro è in programma giovedì 12 gennaio alla Cantina di Soave per l’area dell’Est Veronese, mentre il ciclo di appuntamenti si concluderà lunedì 30 gennaio al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova per la Lessinia, dopo aver toccato il 17 gennaio il Lago di Garda a Bussolengo, il 18 gennaio la Pianura dei Dogi a Legnago, il 23 gennaio la Valpolicella a Negrar e il 25 gennaio la zona di Verona Città in Camera di Commercio.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail