Verona, invece, conta 24.664 imprese artigiane assoggettate all’Irpef e solo 1.541 rientranti nel “mondo Ires”, che rappresentano il 5,9% del totale. “La nostra provincia, però – continua il presidente di Confartigianato Verona – si attesta al 24° posto tra tutte le province italiane per peso del ‘mondo Ires’ sul piano degli addetti delle imprese artigiane. Infatti, se gli addetti coinvolti nel ‘mondo Irpef’ sono 47.461, quelli soggetti a Ires sono 10.476, ossia il 18,1% del totale”. “In realtà – continua Andrea Bissoli -, i principi enunciati nella Legge Delega di Riforma fiscale, che le micro, piccole e medie imprese italiane attendevano da tempo, non sono stati attuati e, pertanto, la riforma fiscale, di fatto, è a tutt’oggi una riforma ‘monca’. Altroché intervento sull’Ires! Avevamo chiesto di inserire nella prossima legge di stabilità le seguenti misure: istituzione dell’Imposta sul Reddito Imprenditoriale (“IRI”), finalizzata a dare concreti benefici fiscali a chi reinveste nella propria azienda gli utili; la tassazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata secondo il ‘criterio di cassa’; la modifica del regime forfettario introdotto dalla legge di stabilità 2015, con lo scopo di incrementare le soglie di accesso e ridurre l’imposta sostitutiva; la definizione dei criteri che escludono le piccole imprese ed i lavoratori autonomi privi dell’ ‘autonoma organizzazione’ dal pagamento dell’IRAP; prevedere la totale deducibilità della futura ‘local tax’, che accorperà Imu e Tasi, dalle imposte dirette (Irpef/Ires) e dall’Irap”. In materia di Irap, le piccole imprese, tramite Rete Imprese Italia, avevano anche sollecitato ulteriori interventi al fine di ridurre l’incidenza dell’imposta soprattutto sulle imprese di minori dimensioni, proponendo l’estensione della “no tax area” Irap, attraverso l’incremento della franchigia, innalzando il limite dagli attuali 10.500 euro a 20.000 euro, in favore delle imprese individuali, delle società di persone e dei professionisti. E, sempre in materia di Irap, prevedere l’esclusione anche del costo del lavoro relativo a contratti a tempo determinato, in primis, quelli concernenti attività a carattere stagionale. Misura che completerebbe il processo di esclusione del costo del lavoro dalla base imponibile. Tra le altre richieste, l’abrogazione del meccanismo dello “split payment” che, oltre a procurare notevoli difficoltà finanziarie a tutte le imprese fornitrici della P.A., risulta anche superfluo a seguito dell’introduzione obbligatoria della fatturazione elettronica nelle transazioni commerciali effettuate nei confronti della P.A.; il ripristino, infine, della precedente misura del 4% della ritenuta applicata dalle banche sui bonifici relativi a detrazioni fiscali, in quanto l’attuale ritenuta dell’8% risulta eccessivamente onerosa per le imprese.





