La cardiologa antifascista ora è sotto inchiesta dell’Azienda Ospedaliera di Verona

Nessuno si augura di finire al Pronto Soccorso con un infarto. Tantomeno di avere un arresto cardiaco e di dover essere defibrillato. Ma capita. E capita anche che nella concitazione del momento – c’è in ballo una vita da salvare- le placche del defibrillatore provochino delle piccole ustioni sul torace se non c’è il tempo di spalmare il gel. Ma è escluso che le ustioni possano essere fatte apposta. Invece è successo anche questo. E non per malasanità. 

E’ accaduto a Verona, all’Ospedale di Borgo Roma. La notizia ha fatto il giro d’Italia. A darla è stata proprio il medico che le ustioni dice di averle provocate apposta, quando s’è accorta che il malcapitato infartuato era un “fascista”. Un fascista? Ma come faceva la dottoressa del Pronto Soccorso a sapere le idee politiche del paziente? Lo conosceva? Ha parlato con lui di politica mentre era più di là che di qua? Macché. Lo ha deciso lei quando ha visto che sul torace aveva tatuato un fascio. E allora vai giù di brutto con le placche! Metti poco gel! E all’infermiere che giustamente le porge le placche autoadesive che non scottano risponde “Naaa, scarico in manuale” “Perché?” “Perché voglio el fascio de foco”. Robe da matti! E lo scrive anche su Twitter augurando “buon 25 aprile”.

Ora è sotto inchiesta dell’Azienda Ospedaliera. Pare fosse già stata protagonista di una vicenda simile anni fa. Tutto archiviato.

Lei, adesso che è scoppiato il caso, cerca di sminuire. Si contraddice. Dice che i post li ha fatti lei, ma che non è vero quello che ha scritto e cioè che ha ustionato volutamente il paziente. Che l’ha scritto tanto per scrivere. Che non è detto che abbia scritto lei. 

Il fatto però è gravissimo. Non solo per le lesioni. E’ gravissimo perché un comportamento del genere contravviene uno dei principi base della deontologia medica che è il “primum non nocere” ovvero “prima di tutto non bisogna far danni”. E poi perché getta un intollerabile ombra di discredito sulla categoria dei medici che per il giuramento di Ippocrate e per consolidata prassi professionale non hanno mai fatto, non fanno e non devono fare alcuna discriminazione fra i pazienti. Tanto meno per le idee politiche. Fascisti o comunisti vanno curati tutti nel miglior modo possibile. Altrimenti uno cambia mestiere.

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