La No-Vax di Bussolengo resta a casa

Il Giudice del Lavoro ha dato ragione all’IPAB di Bussolengo nella causa intentata da una lavoratrice della casa di riposo che a gennaio era stata sospesa dalla sua attività di OSS nella struttura perché s’era rifiutata di sottoporsi alla vaccinazione anti Covid 19.

« A dire il vero – racconta il presidente dell’IPAG Gilberto Pozzani-  erano due le dipendenti che non hanno voluto fare il vaccino e che per questo motivo erano state sospese dal lavoro e lasciate a casa senza stipendio. Solo che una delle due si è dimessa ed ha trovato lavoro in un ospedale, una struttura sanitaria molto più grande con la possibilità di collocazione in ruoli non a rischio.»

L’altra dipendente invece ha preferito percorrere la strada dell’azione legale, difesa dall’avv. Manuela Rigoni che ha presentato ricorso al Giudice del Lavoro chiedendo di essere reintegrata nel posto di lavoro ad altra mansione.

«Solo che la Casa di Riposo di Bussolengo – ci tiene a precisare Pozzani- è una struttura piccola, non è l’ospedale di Borgo Trento!  Non abbiamo la possibilità di collocare la signora in un altro ambito lavorativo. In più abbiamo il personale contato ed ogni assenza si ripercuote sui turni e, in ultima analisi, sulle spalle degli altri dipendenti.»

«E poi non possiamo accettare – continua il presidente Pozzani- di mettere a repentaglio la sicurezza e la salute degli ospiti e degli altri lavoratori perché una non si vuole vaccinare!»

E il 20 maggio il Giudice del Lavoro gli ha dato ragione perché il Decreto Legislativo 44/2021 all’art.4 stabilisce che la vaccinazione contro il Covid 10 è un requisito essenziale a tutela della salute pubblica per lavorare in una struttura socio sanitaria come l’IPAB di Bussolengo, tutelata nella causa dall’avv. Alessandro Conti.

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