La più grande diffamazione della storia antica: Nerone. E lo Smithsonian chiede lumi al nostro Angelo Paratico

La Smithsonian Institution è un trust museale fondato nel 1846, “per la diffusione della conoscenza”. Raccoglie 19 musei americani, 21 biblioteche e uno zoo. Ha un bilancio annuale di circa un miliardo e mezzo di dollari. Possiede anche una rivista mensile, la Smithsonian Magazine che è culturalmente d’altissimo livello, con una circolazione mensile di circa 1.800.000 copie. Il numero di ottobre 2020 è stato dedicato all’imperatore Nerone (15 dicembre 37 – 9 giugno 68). Non è una monografia, ma un suo busto appare sulla copertina e l’articolo più lungo e articolato, a firma di Joshua Levine, è proprio dedicato allo sfortunato imperatore romano. Il titolo del pezzo di Levine è: “Tu non conosci Nerone. La valutazione di uno dei sovrani più diffamati della storia, noto per aver suonato la lira mentre Roma bruciava”.

Angelo Paratico – collaboratore de L’Adige e affermato editore – viene menzionato in questo articolo, riportando una sua frase presa da una intervista telefonica con Levine. Questo lo si deve a un libro che Paratico ha pubblicato in lingua inglese nel 2013. Il titolo è “Emperor Nero: Son of Promise, Child of Hope” e si tratta della traduzione dal latino da lui compiuta del Neronis Encomium di Gerolamo Cardano (1501-1577?).

L’Encomio di Nerone è un’operetta pubblicata a Basilea nel 1563 assieme ad altri titoli ed è stata a lungo considerata una vuota esercitazione retorica. Si tratta invece di storiografia nuova, scritta in un periodo particolarmente tragico per Cardano, subito dopo la decapitazione di suo figlio a Milano, accusato di uxoricidio.  Cardano riesce a dimostrare che Nerone fu un grande imperatore, ma che fu diffamato da successivi storici, come Tacito e Svetonio, asserviti ai nuovi imperatori romani, che a differenza di lui non appartenevano alla dinastia giulio-claudia, e quindi non possedevano diritti divini all’impero e non godevano del favore del popolo. La gran parte delle accuse rovesciate contro a Nerone furono false o esagerate, tranne che l’aver ordinato l’uccisione di sua madre, Agrippina. Però, ben sappiamo che sua madre fu una brutale assassina e stava per togliere di mezzo anche suo figlio.

“Un fatto notevole”, ci dice Paratico “ è che Joshua Levine ha prestato una grande cura ai dettagli e ai controlli incrociati fatti prima di scriverlo. Una cosa che di rado si vede in Italia. Gli ci sono voluto circa otto mesi per completarlo ed è stato intervallato da vari viaggi compiuti a Roma, a Oxford e a Lione, dove si trova il centro degli studi neroniani. Levine ha condotto interviste a docenti e ad archeologi, primo fra tutti Alessandro D’Alessio, che a Roma sta riportando alla luce la Domus Aurea di Nerone, liberandola dalle tonnellate di detriti rovesciati sopra dall’imperatore Traiano”. Il processo di rivalutazione di Nerone è in corso da secoli, per esempio Napoleone Bonaparte capì perfettamente che Tacito, scrivendo di lui, stava raccontava delle falsità. Inoltre, a partire dagli anni ’30, alcuni storici italiani come Mario Attilio Levi ed Ettore Paratore, hanno contribuito a mutare il giudizio negativo su di lui. E se cambia, il merito è un po’ anche del nostro Angelo Paratico che ha contribuito a rendere conosciuta l’opera di Gerolamo Cardano nel mondo anglosassone.

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