La presa di posizione di Amato rilancia l’autonomia

La presa di posizione del Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato in favore dell’autonomia regionale rilancia la richiesta del Veneto. Richiesta legittimata dal 98,8% dei veneti che hanno partecipato al referendum del 22 ottobre del 2017. Sono passati quasi 5 anni. Abbiamo assistito alla melina dei vari governi tutti poco inclini a rispettare la volontà popolare. Alla base dell’ostruzionismo motivazioni ideologiche ed economiche, che si mescolano e si rafforzano. 

L’idea che l’Autonomia possa fungere da forza centrifuga che sottrae potere a Roma e mini l’unità nazionale è un vecchio arnese dei partiti centralisti. Un arnese arrugginito, ma funziona ancora e a poco serve spiegare che in Italia sono già 5 le regioni che godono dell’autonomia senza che per questo l’unità nazionale ne abbia risentito. Per non dire di tutti gli stati a struttura federale, a cominciare dalla vicina Germania, che conservano un assetto statuale molto saldo, anche più di quello italiano.

Poi c’è la paura da parte dello stato centrale di perdere potere e denaro. Può essere che rimanendo una certa quota di tributi in Veneto qualcuno ci perda. Ma se vogliamo che la locomotiva tiri dobbiamo liberarla della zavorra, altrimenti ci rimettono tutti. Lasciateci lavorare e guadagnare. Ce ne sarà per tutti. Quello che è successo durante la pandemia è sotto gli occhi di tutti. Il Veneto s’è organizzato al punto da essere preso a modello anche all’estero.

Ma al di là di tutto ormai non ci sono più scuse. Dopo la presa di posizione di Amato i parlamentari veneti di tutti i partiti hanno l’obbligo politico di mobilitarsi per portare a casa il risultato. L’anno prossimo dovranno essere rieletti. I Veneti li misureranno anche su quello che hanno fatto per portare a casa l’Autonomia.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail