La sanità sempre peggio. E se l’Italia piange, Verona non ride.

(di Paolo Danieli) Nella rassegnazione generale si sta consumando la distruzione del Servizio Sanitario Nazionale. Anche là dove aveva sempre funzionato, espresso eccellenze e dove veniva portato ad esempio di efficienza. Nel corso degli anni l’assistenza è peggiorata. Il Covid non c’entra. Disfunzioni e inefficienze c’erano già. La pandemia le ho solo peggiorate. Le cause sono note. Prima fra tutte l’ inadeguatezza delle risorse per la richiesta di salute della società e per curare i malati secondo gli standard di oggi. Poi c’è l’errata programmazione del numero dei medici, la mancanza generale di personale e tanta disorganizzazione.

Verona non fa eccezione. Liste d’attesa insostenibili. Pronto Soccorso dove i pazienti devo stare in attesa per ore ed ore. Ci stiamo avviando pericolosamente ad una situazione che pensavamo mai potesse verificarsi dalle nostre parti. 

Il malcapitato che arriva al Pronto Soccorso per qualche guaio è costretto ad attese snervanti. Ci sono i codici di vari colori, è vero, che giustamente danno le precedenze. E ci sono anche tanti idioti che si presentano al triage perché hanno una “vescica sul tallone”. Ma i più stanno male. E medici e infermieri, anche se bravi, sono pochi. Di esempi ce ne sono da vendere. Ma è inutile farli. Le ore d’attesa davanti al tabellone che dice a chi tocca sono esperienza, diretta o indiretta, di tutti. 

Non c’è nessuna croce da buttare sulle spalle di nessuno. Non è metodo per risolvere i problemi. Ma non si può far finta di niente. Non è colpa dell’Ospedale se mancano i medici. Ma se il vitto dei malati fa schifo o se al Pronto Soccorso un povero cristo per avere una diagnosi deve aspettare 6 ore, da qualcuno pure dipenderà. A Verona sono successi anche dei casi eclatanti, come la vicenda del citrobacter, per la quale hanno pagato alcuni, ma non il Direttore Generale, che per definizione è il massimo responsabile dell’Ospedale. 

Se si fa un paragone su come la sanità veronese funzionava anni fa la differenza è evidente. Ma siccome il pesce puzza sempre dalla testa, viene da domandarsi se il primo problema non stia proprio nel management. Da anni non ci sono più Direttori Generali veronesi, legati al territorio. Vengono da fuori. Il loro unico scopo è fare bella figura presentando dei buoni bilanci. Che poi il servizio sia quello che è, pazienza. 

Per sistemare le cose bisogna cominciare proprio da lì. Al direttore generale va affiancato un consiglio d’amministrazione o d’indirizzo, formato da rappresentanti dei cittadini, che verifichi di continuo che il servizio sia corrispondente alle necessità dei veronesi. D’altra parte una volta era così.

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