Mela veronese, nuova identità e un look più riconoscibile. Aspettando la IGP la produzione 2022 è cresciuta del 47%

La mela di Verona si presenta con una nuova identità e immagine per il mercato italiano e la GDO, grande distribuzione organizzata. A partire da gennaio 2023 infatti il tradizionale frutto veronese sarà riconoscibile grazie a un logo inedito e a un packaging che ricorderanno non solo la sua provenienza ma anche lo stretto legame con la provincia scaligera, in attesa di ottenere il riconoscimento dell’Indicazione geografica protetta IGP.

L’Associazione Ortofrutta Veneta e Coldiretti Verona hanno avviato nel 2020 l’iter per ottenere il riconoscimento della denominazione di Indicazione geografica protetta per la mela di Verona a livello provinciale e interprovinciale. E per illustrare le novità sulla melicoltura locale, Ortofrutta Veneta e i Coldiretti scaligeri hanno organizzato un incontro dal titolo “Mela di Verona, dalla brand identity all’IGP”, in programma lunedì 19 dicembre alle 10.30 al Palazzo della Gran Guardia, in Piazza Bra a Verona.

Il convegno sarà l’occasione per presentare il progetto di marketing sull’identità di marca, curato da Salvo Garipoli, direttore di SG Marketing. A seguire interverranno il presidente dell’Associazione Ortofrutta Veneta Stefano Faedo, il vicepresidente Nazionale di Italmercati Paolo Merci e alcuni rappresentanti della grande distribuzione organizzata e del commercio della mela. Per partecipare è necessario inviare una mail a: verona@coldiretti.it.

La coltura della mela in provincia di Verona rappresenta una quota preponderante, pari all’80% di quella regionale, con oltre 4400 ettari coltivati. Seconda regione in Italia dietro al Trentino Alto Adige, il Veneto, proprio grazie alla competenza e ai terreni di Verona, produce le principali varietà in commercio. Quest’anno nell’area coltivata in provincia la produzione di mele, rispetto all’anno precedente, è stata di 172.457 tonnellate (in totale il Veneto raggiunge le 215.571 tonnellate), con una crescita del +47% rispetto al 2021, annata gravemente compromessa dalle gelate tardive di primavera sulle piante in fioritura.

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