Ministero: il progetto di revamping di Ca’ Bue è regolare. “Ha ottenuto la VIA e le successive modifiche non incidono”

Il progetto di revamping e valorizzazione delle sezioni di trattamento meccanico biologico dell’impianto di digestione anaerobica dei rifiuti di Ca’ del Bue, in provincia di Verona, proposto da Agsm Verona, è stato sottoposto a procedura Via (Valutazione impatto ambientale) e ha ricevuto nel luglio 2016 un giudizio favorevole di compatibilità ambientale. Visto il parere positivo della commissione regionale Via rilasciato a dicembre 2015, inoltre, l’intero complesso impiantistico ha ricevuto l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e l’Autorizzazione paesaggistica. Lo spiega – attraverso una nota dell’agenzia Dire – la sottosegretaria alla Transizione ecologica Vannia Gava, rispondendo ad una interrogazione della deputata Francesca Businarolo (M5s).
Nel 2019 e nel 2020 Agsm Verona ha poi presentato due interventi di modifica al progetto, e la Regione Veneto ha quindi attivato la procedura di verifica di assoggettabilità a Via.

“Prendendo atto dei pareri espressi dal Comitato tecnico regionale Via, ha poi stabilito di escludere entrambi I progetti dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale, con due diversi Decreti rispettivamente del 12 giugno e del 29 dicembre 2020”, evidenzia Gava. “La Regione ha inoltre precisato che, in base ai pareri del Comitato tecnico regionale, gli interventi proposti non sono del tutto privi di possibili impatti; d’altra parte tali interventi non sono idonei a produrre impatti ambientali significativi negativi, diversi rispetto a quanto già valutato nel parere del 23 dicembre 2015, con il quale è stata già espressa una valutazione favorevole alla compatibilità ambientale del progetto complessivo di revamping dell’installazione in questione“, continua la sottosegretaria nella risposta scritta visionata dalla ‘Dire’.
“La stessa Regione ha osservato che il percorso di valutazione dei due progetti di modifica, presentati nel 2019 e nel 2020, è stata l’occasione per provvedere ad un aggiornamento delle prescrizioni espresse nel parere nel 2015, anche alla luce delle intervenute modifiche normative, e per imporre ulteriori condizioni volte a ridurre gli impatti sull’ambiente e sulla salute pubblica”. Infine, conclude Gava, le verifiche sul territorio competono alle Province, che eventualmente possono richiedere l’intervento degli organi di polizia giudiziaria.

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