Minori in affido, 500mila ragazzi ai Servizi sociali in Italia. Ma non esiste una banca-dati per agevolare i controlli

L’Adige ha già dato la notizia del caso di Villafranca Lunigiana dove sono state arrestate otto persone fra cui il sindaco. Il reato contestato è corruzione e traffico illecito di influenze. Al centro dell’indagine una struttura d’accoglienza di minori allontanati dalle famiglie che ripropone il grave problema, esploso nel 2019 a Bibbiano, dei bambini affidati ai servizi sociali. Dall’attività investigativa dei Carabinieri, che si è avvalsa di telecamere nascoste e di alcune testimonianze, sembra che emergano inquietanti episodi di maltrattamenti dei piccoli ospiti nella struttura dove erano costretti a vivere in condizioni vergognose. Quindi, nell’eventualità le accuse fossero confermate, non solo disonestà ma malvagità. Abbiamo chiesto un parere all’avvocato Cristina Franceschini che di queste e altre anomalie da riformare nel sistema minorile parla, raccontando casi esemplari , nel libro “Il sistema affidi italiano, criticità di un mondo da rivedere” (ed. Santelli) di cui è coautrice con la dr.ssa Andrea Cangiotti

“Quest’indagine ripropone un problema che sto denunciando da dieci anni e che è emerso con lo scandalo di Bibbiano. In Italia – denuncia Cristina Franceschini- pare  siano 500.000 i bambini affidati ai servizi sociali, ossia quelli seguiti dai servizi e mantenuti a casa, oltre a quelli ospitati in istituti d’accoglienza e case famiglia. Ma non esiste una banca dati nazionale né regionale e manca il monitoraggio dell’intero sistema.”

E’ incredibile che una problematica che tocca la parte più fragile e indifesa della società sia trattata dallo Stato con tanta approssimazione.

Nel 2011 era stato affidato all’Istituto degli Innocenti di Firenze il compito di fare un report nazionale degli allontanamenti dei bambini dalle famiglie. Era uno dei pochi che riportava le motivazioni, ed era risultato che quasi il 30% era stato allontanato per “inadeguatezze genitoriali”, concetto troppo fumoso in cui venivano ricompresi anche i problemi economici, che la legge stessa impedisce di considerare come un ostacolo al diritto del bambino di crescere all’interno della sua famiglia, che andrebbe invece aiutata” ricorda l’avvocato. 

E aggiunge “il problema parte dai servizi sociali dei Comuni, passa per i Tribunali dei minori e arriva fino alle strutture che li ospitano. E’ tutto da riformare!” Altrimenti succedono queste cose e ce ne scandalizziamo solo quando lo apprendiamo dai media, ma intanto per troppi bambini c’è  ancora poca  tutela.

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