Nasce a Nordest il network per start-up e piccole imprese. Fondazioni bancarie in gioco per ricostruire la competitività perduta

(s.t.) Nasce nel Triveneto ed è stato presentato a Verona il progetto che mira a sostenere lo sviluppo e l’innovazione e delle piccole e medie imprese alleandole alle migliori start-up nazionali. Un’opportunità che parte da un’alleanza tra il mondo di derivazione bancaria e gli enti di promozione scientifica del territorio e che farà leva su tempi di attivazione molto veloci, con avvio previsto subito dopo le festività di fine anno. All’obiettivo economico poi si affianca un elemento chiave: il maggior coinvolgimento possibile proprio di quei giovani ricercatori e nuovi imprenditori ai quali c’è la speranza di affidare una ripresa basata sulle competenze e sul merito, con il contributo concreto delle eccellenze universitarie.

Il progetto vede schierate sul fronte bancario le Fondazioni Cariverona, Cariparo (Padova e Rovigo) e Caritro (Trento e Rovereto), affiancate dal Consorzio ELIS per dare vita al nuovo soggetto chiamato Foundation Open Factory, che partirà con lo stanziamento di 120 mila euro. Si tratta di un percorso sperimentale di open innovation rivolto alle piccole e medie imprese del Triveneto, esteso alle province di Mantova e Ancona, con l’obiettivo duplice da una parte di promuovere la cultura dell’innovazione nelle Pmi, identificando le loro esigenze specifiche, e dall’altra di metterle in contatto con le start-up più innovative a livello nazionale, capaci di proporre soluzioni, strumenti e competenze per l’innovazione.

Il progetto scatterà a gennaio 2021 e durerà circa un anno, articolato in tre fasi. Nel primo segmento saranno organizzati webinar e formazioni utili a mappare i bisogni delle aziende. Si passerà dalla sensibilizzazione alla diffusione della cultura innovativa, consentendo alle Pmi di approfondire i temi anche attraverso testimonianze mirate. A seguire un’analisi dei perimetri di innovazione, l’individuazione delle esigenze e la diffusione dei risultati. Poi tra febbraio e giugno 2021, attraverso una piattaforma dedicata, saranno raccolte le migliori candidature presentate delle start-up nazionali con le possibili soluzioni ai problemi delle Pmi. Il team di lavoro valuterà le migliori proposte e le presenterà alle Pmi interessate. In queste prime due fasi le Fondazioni partner forniranno il loro sostegno economico.

I giovani talenti inizieranno un percorso formativo partecipando all’Innovation Bootcamp organizzato da ELIS e diviso tra fasi esperienziali e attività sui progetti di co-innovazione. Il cuore del progetto Open Factory, con la finalizzazione del percorso, scatterà a giugno e si concluderà a novembre 2021. In questa fase un team di facilitazione e supporto prenderà in carico i progetti che le Pmi decideranno di sviluppare con le start-up coinvolte: esperti di settore, ricercatori e project manager guideranno i partecipanti verso sperimentazioni reali, coinvolgendo negli Innovation Bootcamp anche giovani talenti del territorio.

“Una indiscussa priorità per lo sviluppo del nostro Paese e dei nostri territori è una forte innovazione dei processi produttivi – ha evidenziato Alessandro Mazzucco, presidente di Fondazione Cariverona -. Le nostre linee operative prevedono dunque l’impegno, oltre che al trasferimento dei risultati della ricerca dall’università al mondo produttivo, anche nella promozione, in partnership con altri soggetti, delle iniziative rivolte all’open innovation, il coinvolgimento di start up e imprese e la tessitura di una rete con le altre Fondazioni e con realtà come ELIS, capaci di far crescere i migliori talenti e di diffondere l’innovazione”.

Foundation Open Factory punta a raccogliere il supporto e la collaborazione degli enti più specializzati nella ricerca scientifica, nel trasferimento tecnologico, nei servizi alle imprese, oltre a enti interessati nell’investimento di capitali e fondi per supportare i progetti di co-innovazione e offrire l’opportunità di crescere alle Pmi e alle migliori start-up. Generare la spinta allo sviluppo richiede, è stato detto, di investire nel dialogo tra mondo della ricerca e aziende locali, con lo scopo di stimolare le sinergie e accrescere le competenze locali. La pandemia ha aggravato le problematiche del tessuto economico italiano, accentuando il gap di un sistema poco innovativo dove le start-up faticano a crescere e le Pmi non hanno la forza e la cultura dell’innovazione e i giovani talenti faticano a inserirsi. Di qui l’esigenza di mettere in contatto chi opera già sul mercato con i portatori di muove idee e modelli, di tornare a far sviluppare la competitività che negli ultimi anni il Triveneto ha perso.

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