Nel toto-ministri spunta il nome del veronese Luca Coletto alla Sanità

Mai un risultato elettorale è stato dato per scontato come quello delle politiche del 25 settembre. Si sa che vincerà il centrodestra, che FdI sarà il primo partito e la Meloni il prossimo capo del governo. Insomma: una partita a carte scoperte. A questo punto gli interrogativi che si pongono sono sui nomi dei ministri. Sembrerebbe scontato che a Tremonti venga assegnato il ministero dell’Economia, a Nordio la Giustizia, a Urso quello dello Sviluppo Economico e a La Russa la Difesa. E gli altri? Chi saranno? Le voci che circolano sono tante. Soprattutto per il ministero della Salute,  che dopo il Covid è diventato un ministero importante e di rilevanza mediatica cui i partiti pongono più attenzione di quanto non abbiano fatto in passato.

Per questo ministero uno dei nomi che circolano negli ambienti dei solitamente bene informati’ è quello di Letizia Moratti, già ministro dell’Istruzione e del’Università nel 2° e 3° governo Berlusconi ed attualmente assessore alla Sanità della Lombardia. Ma i suoi interessi sembrano essere altri, come, ad esempio, sostituire Fontana alla presidenza della Lombardia alle regionali dell’anno prossimo.
Altro nome che gira è quello di una berlusconiana, Licia Ronzulli, che Forza Italia manda spesso in tivù a rappresentare il partito. Oppure, per l’area FdI, anche quelli del presidente dell’Aifa, il trevigiano Giorgio Palù e dell’infettivologo Matteo Bassetti.
Ma il nome che, per ovvi motivi, potrebbe essere più interessante è quello del veronese Luca Coletto, della Lega, con una buona esperienza nel settore, essendo stato assessore alla Sanità del Veneto ed ora al vertice dello stesso assessorato, ma in Umbria, dove ha ben operato. Avere un ministro per Verona sarebbe un fatto molto positivo, per di più in un dicastero importante e visibile come quello della Salute. A parte la breve parentesi di Lorenzo Fontana ministro della Famiglia del governo giallo-verde, per trovare un ministro veronese bisogna tornare indietro ai tempi della 1^ Repubblica con Gianni Fontana, ministro dell’agricoltura o, prima ancora, Mimmo De Rose, ministro ai Lavori pubblici nel governo Goria fra il 1987 e il 1988.

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