Ordine degli Ingegneri, questa la nuova mobilità per una Verona che vuole crescere

Indagare su quale sarà l’evoluzione della mobilità, in relazione all’evoluzione della comunicazione. Questo l’obiettivo del webinar promosso oggi dall’Ordine degli Ingegneri di Verona nell’ambito della rassegna Open. “Gli attori in campo sono tre: utenti, veicoli e infrastrutture, non solo intese come strade, ma anche e soprattutto per quello che ci sta dietro, a partire dagli strumenti per l’acquisizione di informazioni”, evidenzia l’ingegnere Guido Rossi della Commissione Trasporti e Viabilità dell’Ordine, che ha curato l’evento insieme alla vicepresidente, Valeria Reale Ruffino. “Verona è una città già iperconnessa, protagonista di progetti pilota ed esperienze importanti per lo sviluppo urbano sostenibile, portate avanti non solo dalla stessa amministrazione, ma anche da realtà come l’A22 e l’A4 che incidono sulla nostra città”.

“Spostandoci in treno siamo abituati a prenotare il posto, e se il convoglio è pieno a prenderne un altro, mentre viaggiando in auto, in modo individuale, spesso andiamo incontro a criticità su dove lasceremo il mezzo e alla generazione di ingorghi urbani, dettati da una pianificazione non idonea”, evidenzia il direttore tecnico generale di A22 Carlo Costa, presente al webinar. “La pianificazione della mobilità rappresenterà quindi una svolta epocale non solo per veicoli a guida autonoma ma per il rapporto tra veicolo e veicolo e, soprattutto tra veicolo e infrastruttura. Sono convinto che in futuro non aumenteremo la capacità delle strade aggiungendo corsie, ma rendendo più efficienti quelle esistenti grazie a modelli dinamici di gestione capaci di rendere il traffico più ordinato, scorrevole e sicuro. È la grande sfida della digitalizzazione della mobilità, una vera e propria rivoluzione che ci attende nei prossimi anni”.
Per Costa la svolta potrebbe già vedersi tra cinque o dieci anni al massimo. “Ad oggi ciò che è già possibile fare è comunicare direttamente sul cruscotto dei veicoli dotati della tecnologia necessaria, ma siamo già pronti a test che permettano ai veicoli di effettuare autonomamente manovre di controllo laterale e longitudinale, oppure il Truck Platooning, un convoglio di più camion connessi tra di loro con il primo a guidare gli altri. Quando il gestore autostradale avrà il controllo dei singoli veicoli sarà annullato il fattore umano negli incidenti, oggi circa il 93% del totale; le strade potranno reggere volumi di traffico molto maggiori e l’impatto ambientale verrà abbattuto da una gestione non più caotica dei flussi”.

Il “cambio culturale” è indispensabile e Nicola Barin, referente innovazione di A4 Mobility, società tecnologica del gruppo A4 Holding, fa presente che molti dati sono già a disposizione dei gestori di mobilità, pubblici o privati, capaci di rendere più evoluta e sicura la gestione del traffico con la possibilità di gestire informazioni puntuali ma anche di fare previsioni sugli scenari a breve o medio periodo per offrire un’informazione ai viaggiatori utile sia ai fini della sicurezza che al comfort del viaggio.

“Finalmente il Comune ha adottato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) che ci aiuterà a individuare gli strumenti per viaggiare in modo più veloce, conveniente e sicuro”, dice il dirigente del settore Traffico e Mobilità del Comune di Verona, Michele Fasoli. “Le nostre strade sono molto intasate per tempi molto brevi e va quindi migliorato l’utilizzo delle infrastrutture. Al di là delle criticità imposte ora dall’emergenza sanitaria, è evidente che stiamo andando verso una svolta importante e radicale della mobilità”.

I sistemi intelligenti del trasporto, come ricorda il responsabile dei Sistemi Telematici per la Mobilità a Palazzo Barbieri, Bruno Pezzuto, sono contemplati in normative europee e nazionali dal 2010. “La comunicazione tra veicoli e infrastruttura deve essere protetta e costituire un’informazione corretta e attendibile per l’utente”, evidenzia. “Stiamo eseguendo delle sperimentazioni nella zona intorno a Porta Vescovo, anche perché i veicoli riconoscano la presenza di pedoni, oltre che per gli smart parking a ridosso delle mura”.

Esempi di veri e propri mezzi futuribili sono arrivati da Pasquale Antuofermo della R&D MerMec, che ha presentato le caratteristiche tecniche e la sostenibilità economica del Sistema Hyperloop, per il trasporto ad alta velocità di merci e passeggeri all’interno di tubi a bassa pressione, e da Tommaso Gecchelin della Future Transportation inc., che ha invece illustrato il cosiddetto “autobus intelligente”, già testato a Dubai.

Un prototipo del mezzo, omologato per ospitare a bordo 10 persone per ciascun cabina robotizzata e componibile, potrebbe apparire in città all’inizio dell’anno prossimo, per offrire uno sguardo concreto sul futuro.

“L’obiettivo è spostare la mobilità da un utilizzo prettamente privato del veicolo a uno più ottimizzato”, spiega Gecchelin. “Si tratta di un veicolo che assomiglia a un piccole stanze su ruote che occupano due metri e mezzo lineari, la metà di un auto e non necessitano di stazioni di interscambio visto che il passeggero, per giungere a destinazione, si sposta direttamente da un veicolo, agganciato e comunicante con un altro”.

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